Migranti, i ricorsi della nave Humanity1

Migranti, i ricorsi della nave Humanity1
Protesters hold a banner reading “stop the attack on refugees” in front of the Norway-flagged Geo Barents ship operated by Doctors Without Borders, at harbor in Catania’s port, Sicily, southern Italy, Monday, Oct. 7, 2022. The Geo Barents has been allowed Sunday to disembark 357 migrant that Italian authorities defined as “vulnerable people” and minors, while leaving another 215 people that were declared non-vulnerable blocked on board. (AP Photo/Salvatore Cavalli)

L’ong ha intrapreso azioni legali contro il decreto interministeriale del 4 novembre scorso

Non si può dare il Pos (Place of Safety, ndr) solo ad alcune persone. Nel momento in cui viene dato, tutti i naufraghi devono poter scendere da quella nave”. Così l’avvocato Giulia Crescini, del collegio difensivo di Sos Humanity, di cui fanno parte anche gli avvocati Cristina Laura Cecchini, Riccardo Campochiaro e Lucia Gennari, spiegando a LaPresse i motivi delle azioni legali intraprese dalla ong.

Oggi viene presentato il ricorso al Tar del Lazio, contro il decreto interministeriale del 4 novembre scorso, e Crescini spiega alcuni dei temi fondamentali che affronta: “Il primo è lo sbarco di tutti i naufraghi, per la ragione che le ho detto, e senza fare una distinzione tra alcuni ed altri. La seconda questione è che il decreto del 4 novembre prevede che la nave non possa entrare nel porto per ragioni di sicurezza. Ma nel momento in cui entra e sbarca alcuni dei naufraghi, evidentemente queste ragioni di sicurezza non esistono, perché una parte dei naufraghi è sbarcata”.

Un secondo ricorso è stato presentato presso il tribunale civile di Catania e punta sul fatto che “nel momento in cui ci sono dei richiedenti asilo a bordo della nave che hanno manifestato la loro volontà di presentare richiesta d’asilo, la pubblica amministrazione è obbligata a farli sbarcare perché non è possibile frapporre nessuno ostacolo all’esercizio del loro diritto”, dice Crescini.In particolare, sono state compilate delle richieste di manifestazione della volontà per ognuna delle 35 persone rimaste a bordo.

“Dopo un’approfondita informativa legale alla presenza degli interpreti e con le linee guida dell’Unhcr – prosegue l’avvocato – hanno tutti espresso per iscritto la volontà di presentare richiesta d’asilo in Italia“. Le richieste sono state inoltrate sia alla questura di Catania sia ai ministeri di Interni, Infrastrutture e Difesa, “per chiedere che vengano tolti gli ostacoli che impediscono a queste persone di recarsi in questura a chiedere asilo. Perché la normativa su questo è chiara: nessun ostacolo all’esercizio del diritto d’asilo. Ma il punto fondamentale – conclude – è che, come naufraghi, dovrebbero scendere tutti“. 

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