Lo rende noto il Comando provinciale dei carabinieri. Tra i reati anche associazione di tipo mafioso, estorsione, associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti

Dalle prime luci dell’alba, nelle provincie di Bari, Palermo e Taranto, è in corso l’esecuzione di un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali nei confronti di 19 soggetti (di cui 17 in carcere e 2 agli arresti domiciliari) per associazione di tipo mafioso, estorsione, associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale e scambio elettorale politico-mafioso, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bari, su richiesta della Procura della Repubblica/Direzione Distrettuale Antimafia. Lo rende noto il Comando provinciale dei Carabinieri di Bari.

Due i filoni dell’inchiesta

Sono due i filoni investigativi dell’inchiesta coordinata dalla Dda di Bari, sfociata nell’esecuzione di 19 ordinanze cautelari. Il primo filone, delegato alla compagnia carabinieri di Triggiano (Bari), ha riguardato un’associazione di tipo mafioso operante sul territorio di Valenzano (Bari), ritenuto “propaggine dello storico clan Parisi”. Il secondo, codelegato alla Polizia di Stato (Squadra Mobile e Digos e al Nucleo Pef/Gicodi Bari), ha avuto per oggetto, un episodio di scambio elettorale politico-mafioso, e l’individuazione di un sodalizio delinquenziale finalizzato al reato di corruzione elettorale. Con riferimento al primo filone investigativo, oltre 100 carabinieri del comando provinciale di Bari stanno dando esecuzione – nei comuni di Bari, Cassano delle Murge (Bari), Valenzano (Bari), Ginosa (Taranto) e Palermo – a misure cautelari personali nei confronti di 15 soggetti indagati, a vario titolo, per le ipotesi di reato di associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso in minacce, porto e detenzione di armi comuni da sparo, estorsione, usura, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita.

“Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal gip, 10 degli indagati farebbero parte di un’associazione a delinquere di tipo mafioso operante nel comune di Valenzano che, anche con l’uso della violenza e delle armi, avrebbero imposto la loro volontà nel commettere i reati di estorsione, usura, spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione illegale di armi”, spiega la Dda barese in una nota.

In manette consigliera comunale e presidente del Foggia Calcio

“L’ipotizzata associazione per delinquere sarebbe stata promossa, costituita e organizzata, oltre che dalla candidata di una lista civica, alla carica di consigliere comunale, risultata poi eletta alle elezioni del 2019 a Bari, dal suo compagno convivente, da un imprenditore edile, già consigliere comunale di Bari dal 2004 al 2009 e della Regione Puglia dal 2005 al 2015, nonché attuale presidente di una società di calcio militante nel campionato di serie C”, il Foggia Calcio. E’ quanto sostiene la Dda di Bari con riferimento al filone di indagini relativo alle elezioni che si sono svolte a maggio 2019 a Bari. Nei confronti degli indagati destinatari di ordinanza cautelare, a vario titolo, sono contestate le ipotesi di scambio elettorale politico-mafioso e associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale.

Per la consigliera comunale e per il compagno che, secondo l’accusa avrebbe avuto “rapporti di frequentazione con elementi di spicco della criminalità organizzata locale”, il gip ha disposto la custodia in carcere, mentre per l’imprenditore i domiciliari.

I soggetti che, stando alle indagini, sarebbero stati “portatori di voto” sarebbero stati 7: “Avrebbero avuto i compiti di individuare, contattare e reclutare il maggiore numero possibile di elettori da cui avrebbero comprato i voti verso il pagamento di un corrispettivo in denaro che sarebbe stato loro anticipato o successivamente rimborsato dai 3 attinti da custodia”, spiega la Dda di Bari in nota precisando che in relazione a tali fatti il gip ha “riconosciuto la gravità indiziaria rispetto ai reati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale”.

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