Il ministero di Giustizia: "Ad oggi non abbiamo ricevuto nessuna risposta dall'autorità egiziana"

Oggi, 10 ottobre, c’è stata una nuova udienza a Roma sul caso Regeni ma senza risvolti positivi. Nonostante le richieste di informazione sulla domiciliazione dei quattro 007 indagati “ad oggi non abbiamo ricevuto nessuna risposta dall’autorità egiziana”.  Lo ha detto Nicola Russo, capo dipartimento per gli Affari di giustizia del ministero omonimo, sentito in aula davanti al gup di Roma. “L’ultima richiesta in ordine di tempo risale al 6 ottobre scorso”, ha aggiunto, chiarendo che l’Egitto “non ha risposto neanche risposto alla richiesta di incontro arrivata dalla ministra Marta Cartabia”. Il procedimento resta sospeso e il giudice ha aggiornato l’udienza al 13 febbraio 2023.

Le parole dei genitori di Regeni

Hanno parlato anche Paola e Claudio Regeni, i genitori del ricercatore friuliano, accompagnati dal loro legale Alessandra Ballerini. “Se ce n’era bisogno è emersa ancora una volta e con ulteriore chiarezza che le autorità egiziane non hanno, né hanno mai avuto, nessuna intenzione di collaborare e si fanno beffa del nostro sistema di diritto”. 

“È emerso anche che la richiesta del gennaio 2022 della ministra della Giustizia, Cartabia, di incontrare l’omologo egiziano non ha mai avuto alcun riscontro, e questo rifiuto non ha precedenti”, hanno proseguito. “Quindi, anche alla luce di quanto dichiarato oggi dal funzionario del Ministero della Giustizia ascoltato in udienza, auspichiamo in un’adeguata reazione di dignità del nostro governo”.

Ministero Giustizia: “Da Egitto nessuna risposta”

“Ad oggi non abbiamo ricevuto nessuna risposta dall’autorità egiziana” a seguito delle richieste di informazione sulla domiciliazione dei quattro indagati. Così Nicola Russo, capo dipartimento per gli Affari giustizia presso il ministero della Giustizia, sentito in aula, nel corso dell’udienza davanti gup di Roma nell’ambito del procedimento sull’omicidio di Giulio Regeni che vede indagati quattro 007 egiziani. “L’ultima richiesta in ordine di temo risale al 6 ottobre scorso”, ha aggiunto, chiarendo che l’Egitto “non ha risposto neanche risposto alla richiesta di incontro arrivata dalla ministra Marta Cartabia”. Il procedimento resta sospeso e il giudice ha aggiornato l’udienza al 13 febbraio 2023.

I quattro agenti coinvolti nel procedimento sono Tariq Sabir, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif. Sono accusati di sequestro di persona, mentre Abdelal Sharif risponde anche di lesioni e concorso nell’omicidio del ricercatore friulano ucciso nel 2016 a Il Cairo. Giulio venne rapito la sera del 25 gennaio 2016. Nelle prime settimane dopo il ritrovamento del corpo, tante false piste si susseguirono: prima si parlò di un incidente stradale, poi di una rapina finita male, successivamente si insinuò che il giovane fosse stato ucciso perché ritenuto una spia, poi che fosse finito in un giro di spaccio di droga, di festini gay, di malaffare che l’aveva portato a farsi dei nemici. A un mese dalla morte di Giulio alcuni testimoniarono di averlo visto litigare con un vicino che gli aveva giurato morte. Il 24 marzo del 2016 arrivò l’ennesima ricostruzione non credibile e questa volta c’erano di mezzo cinque morti: criminali comuni uccisi in una sparatoria con ufficiali della National Security egiziana, alla periferia del Cairo. I documenti di Giulio furono trovati quello stesso giorno in casa della sorella del capo della presunta banda e si disse che i cinque erano legati alla morte del giovane.

I quattro agenti coinvolti nel procedimento sono Tariq Sabir, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif. Sono accusati di sequestro di persona, mentre Abdelal Sharif risponde anche di lesioni e concorso nell’omicidio del ricercatore friulano ucciso nel 2016 a Il Cairo. 

L’omicidio

Sono passati sei anni e mezzo dall’omicidio di Giulio Regeni. Il corpo martoriato del ricercatore friulano venne ritrovato il 3 febbraio del 2016, nove giorni dopo il suo sequestro: un cadavere irriconoscibile per le torture subite, abbandonato nei pressi della strada che collega Il Cairo ad Alessandria.

Dopo anni di false piste e bugie da parte dell’Egitto, la procura di Roma ha chiesto, l’anno scorso, il rinvio a giudizio di quattro 007 egiziani ma il processo è sembrato da subito in bilico, perché le autorità del Cairo si sono sempre rifiutate di fornire le informazioni necessarie per l’elezione di domicilio degli imputati, bloccando, di fatto, il procedimento.

I quattro agenti coinvolti nel procedimento sono Tariq Sabir, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif. Sono accusati di sequestro di persona, mentre Abdelal Sharif risponde anche di lesioni e concorso nell’omicidio del ricercatore friulano ucciso nel 2016 a Il Cairo.

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