Operazione della Dda di Venezia: i malviventi tentavano di ricostruire l'organizzazione di stampo mafioso di Felice Maniero
Da almeno 6 anni provavano a ricostituire la Mala del Brenta, da quando, cioè, erano iniziati a tornare liberi alcuni esponenti di spicco della Frangia dei mestrini. Sono stati arrestati in 39, nell’ambito dell’operazione Papillon, Treviso, Padova, Venezia e Rovigo. Le indagini della Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo della procura di Venezia hanno portato a smantellare un tentativo di ricostituzione della banda criminale di stampo mafioso degli Anni 70, una ‘Mala del Brenta 2.0’. Il blitz dei carabinieri del Ros è scattato all’alba e tra i coinvolti anche una decina di donne.
Secondo le indagini, sarebbe stata la Frangia dei mestrini artefice della ‘rinascita’ della banda criminale, attraverso un progetto sviluppatosi a partire dal 2015 proprio in concomitanza con il ritorno in libertà degli esponenti mestrini, invecchiati, ma ancora capaci di “azioni efferate”, caratterizzate da modalità di esecuzione “tipiche dell’agire mafioso”.
Estorsioni contro operatori del trasporto acqueo con attracchi nell’Isola del Tronchetto, con cifre che hanno raggiunto anche i 6 mila euro mensili; smercio di stupefacenti; rapine e tentate rapine, con l’impiego armi da fuoco, condotte nei confronti di privati (anche presso abitazioni) e attività commerciali, alcune delle quali hanno portato nelle casse dell’organizzazione considerevoli introiti.
“Gravi e concordanti elementi”, per gli investigatori, che confermano il tentativo di ridare vita all’organizzazione già smantellata, una volta, negli Anni ’90.
I ‘nuovi’ vertici, secondo le indagini, per riaffermare un “diffuso stato di timore” nella popolazione nel solco già tracciato dalla Mala del Brenta e di riacquisire e progressivamente consolidare il prestigio nell’ambito criminale veneto, risulterebbero aver pianificato vari attacchi sia contro singoli criminali con i quali erano entrati in concorrenza sia contro alcuni collaboratori di giustizia ritenuti responsabili delle proprie condanne, risalenti agli Anni ’90 e 2000, per la partecipazione all’associazione mafiosa Mala del Brenta.
Nel corso delle indagini sono stati effettuati anche 6 arresti in flagranza, 3 denunce a piede libero e il sequestro di due pistole semiautomatiche complete di munizioni, 3 ordigni esplosivi radiocomandati ad alto potenziale e stupefacente del tipo cocaina. Sarà inoltre data esecuzione ad un provvedimento di sequestro di beni mobili ed immobili per un valore complessivo superiore ad 1 milione di euro.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata