La dichiarazione dei genitori del ricercatore ucciso al Cairo: "Gli imputati non possono dire di non sapere"

(LaPresse) La famiglia di Giulio Regeni ha espresso grande amarezza ma anche la determinazione di voler proseguire la sua battaglia dopo la battuta d’arresto subita in apertura dal processo sull’omicidio del ricercatore friulano al Cairo. Per i giudici della Terza Corte d’Assise di Roma gli atti devono tornare al gup, per una nuova ricerca degli imputati. Di fatto è stato annullato il rinvio a giudizio disposto nel maggio scorso per cercare di rendere effettiva la conoscenza del processo ai quattro agenti egiziani accusati di avere sequestrato, torturato e ucciso il 28enne nel febbraio 2016.

“Premiata l’arroganza e la prepotenza egiziana”

“Prendiamo atto con amarezza di questa decisione, che purtroppo premia l’ostruzionismo, l’arroganza e la prepotenza egiziana”, ha detto l’avvocata Alessandra Ballerini, legale della famiglia Regeni, la quale poi haelencato i nomi degli imputati uno a uno. “Queste persone non possono dire che non sanno” di essere a processo, ha sottolineato la legale.

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