Nei primi sei mesi di quest’anno l’Inail ha registrato 538 vittime

Ancora un incidente sul lavoro, il terzo in due giorni in Italia. A perdere la vita un operaio di 36 anni, precipitato da un’altezza di circa 8 metri a San Paolo d’Argon, nel Bergamasco. L’uomo è caduto da diversi metri di altezza per cause ancora da accertare: sul posto i soccorsi hanno potuto solo dichiarare il decesso. Le indagini sono affidate ai carabinieri di Trescore.

A riaccendere i riflettori sugli incidenti sui luoghi di lavoro era stata la morte di Luana D’Orazio a soli 22 anni: il 4 maggio scorso la giovane era rimasta risucchiata in una pressa mentre lavorava in un’azienda tessile di Montemurlo, in provincia di Prato.  In Italia si muore ogni giorno per lavoro. Nei primi sei mesi di quest’anno l’Inail ha registrato 538 vittime, 3 al giorno, e poco conta che siano 32 in meno rispetto al 2020, anno anomalo condizionato dal Covid, in cui alla fine si sono contate 1.538 vittime.

Già il 29 aprile in poche ore si era verificata una strage: una trave aveva ceduto nel deposito Amazon di Alessandria, investendo sei persone e causando un morto e cinque feriti. Nelle stesse ore nel porto di Taranto aveva perso la vita un gruista di 49 anni, precipitato sulla banchina mentre a Montebelluna (Treviso) un operaio di 23 anni era stato investito da un’impalcatura, morendo sul colpo. Tre morti in un solo giorno.

Mercoledì 7 maggio il dramma era avvenuto invece a Busto Arsizio, in provincia di Varese. A perdere la vita Cristian Martinelli, 49 anni, schiacciato da un tornio meccanico mentre era al lavoro in un’azienda di estrusione di materie plastiche. Il 6 maggio invece a Pagazzano, nel bergamasco, un uomo di 46 anni era rimasto schiacciato da una lastra di cemento staccatasi dalla gru che stava manovrando.

Il 18 maggio hanno perso la vita Armando Rocco Mita, contadino di San Mauro Forte in provincia di Matera, travolto dal trattore. Nelle stesse ore a Croara di Gazzola, in provincia di Piacenza, un operaio di origine ucraina è morto a causa di un infortunio sul lavoro: il cancello di acciaio che stava montando in un cantiere edile all’improvviso si è sganciato dalle guide e gli è caduto addosso schiacciandolo

Le due morti si aggiungono a quella di Sergio Persico, 53 anni, di Orio al Serio, morto il 17 maggio a Spirano. Secondo le prime informazioni la vittima, che faceva il mulettista, sarebbe stato investito da un mezzo pesante in retromarcia sul piazzale.

La sua è stata la terza morte bianca in una decina di giorni nella provincia orobica. Il 6 maggio a perdere la vita è stato Maurizio Gritti, 46 anni, di Calcinate, titolare di una impresa edile. Era in cantiere con i suoi dipendenti e stava costruendo una serie di villette a Pagazzano. Gritti stava lavorando quando, per motivi ancora da accertare, è rimasto schiacciato da una lastra di cemento armato che stava posizionando. Appena due giorni dopo un altro lavoratore di San Paolo d’Argon, in provincia di Bergamo, ha perso la vita in un cantiere di Tradate (Varese). Marco Oldrati, questo il nome dell’artigiano, aveva 52 anni ed è caduto da una impalcatura da circa 4 metri di altezza. Atterrando, ha battuto violentemente la testa.

Il 28 maggio è toccato a un operaio nel Pavese, dove in un’azienda alimentare si è rotta la tubazione di vapore, che conteneva ammoniaca, travolgendo due operai che hanno perso la vita. Uno dei due è di Copiano e ha 50 anni compiuti oggi, l’altro ha 51 anni, era stato assunto tramite agenzia interinale: viveva a Villanterio ma era originario di Siena. L’incidente si è verificato presso la ditta Digima srl a Villanterio, un’azienda in provincia di Pavia che si occupa di raccolta e lavorazione dei sottoprodotti della macellazione.

Due giorni dopo, il 30 maggio, un grave incidente sul lavoro in una fonderia di Torbole di Casaglia, nel Bresciano, è costato la vita a operaio di 55 anni, morto mentre stava pulendo un condotto: una botola si è aperta improvvisamente e lui è caduto dentro. I colleghi hanno tentato di soccorrerlo, ma non c’è stato nulla da fare.  Il 3 agosto invece è stata Laila El Harim, 41enne della provincia di Modena, a perdere la vita: la donna era rimasta incastrata nella fustellatrice della ditta Bombonette di Camposanto, sempre nel modenese.

Due giorni dopo, il 5 agosto, è morto un operaio di 53 anni in un cantiere dell’autostrada A15 nei pressi di Parma, mentre il 9 agosto, un altro operaio di 47 anni a San Giovanni Rotondo, nel Foggiano, è rimasto schiacciato da una lastra di calcestruzzo.

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