Di Saman Abbas, la 18enne di origini pakistane e residente a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, di cui non si hanno più notizie dal 30 aprile scorso
Non si sono ancora fermate le ricerche per individuare Saman Abbas, la ragazza di origini pakistane residente a Novellara, nel Reggiano, di cui non si hanno più notizie da fine aprile, che oggi proseguono con i carotaggi del terreno per agevolare, da domani, il lavoro delle unità cinofile. Secondo quanto riferito dai carabinieri, potrebbe iniziare nelle prossime ore anche l’utilizzo del magnetometro.
Intanto, si sono intensificati i contatti tra i militari del Nucleo investigativo e il Servizio centrale di polizia del ministero dell’Interno per arrivare al completamento dell’estradizione del cugino dalla 18enne, fermato nei giorni scorsi a Nimes, in Francia, iscritto nel registro degli indagati insieme ai genitori, uno zio e un altro cugino. Proseguono le ricerche anche degli altri parenti, con il contributo attivo delle polizie europee (in particolare quella francese, spagnola, svizzera , inglese e belga).
Per la Procura reggiana, potrebbe essere stata ingannata dalla sua famiglia o dalle circostanze, che le avrebbero fatto credere di essere al sicuro. Eppure, quel suo ritorno nell’abitazione dei suoi familiari ne ha, probabilmente, determinato il destino: per la sua sparizione sono iscritti nel registro degli indagati i genitori, uno zio e due cugini (uno dei quali fermato la settimana scorsa a Nimes, in Francia), non è ancora stato trovato nulla. “Credo si possa pensare che l’abbiano, per così dire, abbindolata, facendole credere che avevano il biglietto per loro stessi e non per lei e che fosse certa di non dover andare in Pakistan. Questo, forse, l’ha rassicurata per tornare”, ha dichiarato Isabella Chiesi, procuratore reggente delle città emiliana, commentando la sparizione improvvisa della ragazza. La procura, da giorni, ipotizza che sia morta, anche se al momento le ricerche del suo corpo, attorno alla casa che condivideva con la famiglia, non hanno portato ad alcun rinvenimento. “Un mese sotto terra è un periodo che consente di ritrovare i resti: gli strumenti utilizzati danno anche conto della discontinuità del terreno”, ha aggiunto il procuratore.
I carabinieri hanno diffuso un video, registrato il 29 aprile, in cui si riconoscono tre parenti della giovane (tutti indagati). Secondo le ipotesi investigative, i tre potrebbero essere stati ripresi mentre si dirigevano a scavare una fossa. La ragazza, che a novembre 2020 aveva chiesto aiuto agli assistenti sociali, si era opposta a un matrimonio combinato ed era stata accompagnata in una comunità educativa nel bolognese. Ad aprile, però, la 18enne sarebbe rientrata a Novellara, dove in seguito si sono perse le sue tracce.
Il padre, raggiunto telefonicamente in Pakistan, nei giorni successivi le prime verifiche sul caso, aveva assicurato che la figlia era in vita e che si trovava in Belgio. La versione, però, è stata smentita questa mattina dalla procura reggiana che, tramite il servizio di Cooperazione internazionale, istituito dal ministero dell’Interno, ha attivato la polizia belga. Dopo una serie di verifiche, indagini e accertamenti, le autorità locali hanno confermato l’assenza della giovane sul territorio. Inoltre, in base a quanto confermato da alcune fonti investigative, un conoscente di Saman, residente in Belgio, ha dichiarato di non vederla da tanto tempo. Le ricerche del corpo, comunque, proseguono e nei prossimi giorni, se le condizioni meteo lo permetteranno, potrebbe essere utilizzato l’elettromagnetometro per individuarne i resti.
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