Tempi incerti per il decollo e problema esuberi. Ita non è ancora partita ufficialmente – ieri a Bruxelles è stata sancita solo un’intesa sui parametri chiave per la discontinuità – ma sono almeno già due i nodi per il nuovo vettore, mentre l’attuale Alitalia continua a trascinarsi i suoi problemi di cassa. Con i lavoratori sul piede di guerra. Il motivo? L’azienda, come già successo il mese scorso, oggi pagherà solo il 50% degli stipendi. “Stiamo lavorando per accelerare il pagamento del rimanente 50%, che sarà accreditato non appena avremo evidenza circa i tempi di erogazione delle risorse stanziate per la compagnia”, hanno spiegato i commissari straordinari Gabriele Fava, Giuseppe Leogrande e Daniele Santosuosso. “La certezza delle retribuzioni deve essere elemento imprescindibile ed indicativo del rispetto dei lavoratori e non possano quindi essere tollerati ulteriori ritardi”, hanno ribadito ieri i sindacati confederali Filt Cgil, Fit Cisl Uiltrasporti; al momento mancano i 100 milioni stanziati dal decreto sostegni bis e i 50 milioni annunciati il mese scorso dal ministro Giorgetti.

Da Alitalia a Ita: nodo numero nuovi dipendenti

Un motivo in più per mettere il turbo su Ita, che nei piani del governo dovrebbe provare a partire già ad agosto. I tempi però sono molto stretti, perché sono ancora in corso interlocuzioni tecniche tra Roma e Bruxelles e diversi aspetti restano da definire. Il marchio potrebbe andare a gara, ma va messo nero su bianco il numero totale degli slot aeroportuali in Italia e il fatto che il programma Millemiglia non potrà essere ereditato da Ita. Ma è il numero dei dipendenti della nuova compagnia che che preoccupa di più. Fonti della Commissione europea hanno fatto trapelare nella serata di ieri come la flotta “sarà ridotta di almeno il 50%, forse di più. Il resto spetta al governo italiano, che sicuramente dovrà ridurre il personale in modo conseguente”. Al momento la compagnia vanta 10.500 lavoratori, e quindi bisogna capire come intervenire per ‘tamponare’ 5mila esuberi.

“Dobbiamo trovare gli strumenti di accompagnamento per tutte quelle persone che non sono ricomprese nel perimento aziendale attuale”, dice il ministro dell’Agricoltura Stefano Pantualli, mentre il titolare del Mise, Giancarlo Giorgetti, avvisa tutti: “Dipenderà dalle capacità della nuova compagnia di stare sul mercato e imporsi. Bisogna accettare la sfida e provare a vincerla”. Tradotto: lo Stato ha già investito tanto, ora Ita deve puntare sulle sue ali per superare la crisi che da 15 mesi affligge il trasporto aereo mondiale. “Vogliamo discutere di un piano industriale serio, bisogna capire qual è il progetto complessivo. Faremo la nostra parte per evitare che ci siano i licenziamenti”, assicura il leader Cgil Maurizio Landini, con il segretario generale Uil Pierpaolo Bombardieri che rilancia: “Non accetteremo riduzioni di personale. Se l’idea è una piccola azienda che metta in collegamento le regioni di questo Paese non siamo d’accordo, dobbiamo aggredire le lunghe rotte e portare turisti”.

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