Entrambi bresciani, sono accusati di terrorismo

I carabinieri del Ros e del comando provinciale di Brescia hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere emessa dal gip del Tribunale di Brescia Alessandra Sabatucci, su richiesta della Procura della Repubblica diretta da Francesco Prete, nei confronti di Paolo Pluda, classe 1969 di Brescia, e Nicola Zanardelli, classe 1970 di Monticelli Brusati (BS), gravemente indiziati di atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi e porto e detenzione di armi da guerra commessi ai danni del centro vaccinale di via Morelli a Brescia. L’episodio risale al 3 aprile, quando contro l’hub furono lanciate due molotov. I due arrestati sono considerati esponenti del movimento no vax. Contestualmente, sono state eseguite nelle province di Brescia e Verona delle perquisizioni nei confronti di alcune persone rientranti nel circuito relazionale degli indagati.

In particolare, il provvedimento cautelare è il risultato delle indagini condotte dal Dipartimento antiterrorismo della Procura di Brescia e dai carabinieri del Ros e del comando provinciale di Brescia, coordinati dal sostituto procuratore rancesco Carlo Milanesi e dall’aggiunto Silvio Bonfigli, sull’attentato perpetrato in danno del centro vaccinale di via Morelli a Brescia lo scorso 3 aprile, quando due individui lanciarono due molotov che causavano dei danni a uno dei padiglioni del complesso.

L’incendio alimentato dagli ordigni – non propagatosi all’intero padiglione solo per la resistenza ignifuga della tensostruttura e per altre cause fortuite – era potenzialmente idoneo a causare danni devastanti alla struttura nella quale erano stoccate diverse centinaia di dosi di vaccino, nonché altro materiale infiammabile, danni che avrebbero potuto ripercuotersi negativamente sulla campagna vaccinale anti COVID-19. A pochi metri dal principio di incendio corrono cavi elettrici che se fossero stati interessati dalle fiamme avrebbero interrotto l’alimentazione della catena del freddo così rendendo inutilizzabili i vaccini. Nel sito colpito vengono infatti somministrate circa 1000 dosi di vaccino al giorno.

Le indagini, condotte in tempi brevi anche mediante il ricorso alle intercettazioni telefoniche e ambientali, si sono subito concentrate sull’analisi dei sistemi di videosorveglianza e rilevazione targhe dei veicoli presenti sul territorio del comune di Brescia, consentendo di individuare quello utilizzato dagli indagati per raggiungere l’area teatro del fatto e indirizzare le investigazioni sulla figura di Pluda, il quale, sebbene incensurato e mai emerso in indagini di criminalità eversiva, ha evidenziato una convinta adesione alle tesi negazioniste e no vax, con una marcata ostilità nei confronti delle istituzioni in relazione alla gestione della crisi sanitaria in atto, sottolineano i carabinieri.

Le indagini hanno consentito inoltre di individuare – quale correo – anche Zanardelli, soggetto appartenente alla cerchia relazionale di Pluda e risultato anch’egli convintamente orientato, dal punto di vista ideologico, verso le interpretazioni più violente e oltranziste delle tematiche populiste, no vax e anti-istituzionali, manifestate in particolare attraverso il web e i social networks. La svolta nelle indagini è venuta dall’isolamento di alcune immagini che avrebbero fornito la prova della preparazione degli ordigni da parte degli indagati.

“Dalle risultanze investigative è emersa la chiara volontà dei presunti attentatori di bloccare e sabotare la campagna vaccinale in corso, intimidendo la popolazione e alimentando il clima d’incertezza del particolare momento storico, nonché di reiterare nel breve termine ulteriori azioni violente e di danneggiamento”, sottolineano i carabinieri. È significativa infatti la circostanza che Pluda la mattina poco prima dell’attacco abbia postato sul proprio profilo Facebook la frase “se vogliamo distruggere il nemico dobbiamo usare la stessa arma ‘la paura’ e la loro paura è la nostra unione. Non ci sono altre soluzioni”.

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