Dopo un anno di pandemia, il mondo del Tpl continua ad essere sotto la lente di ingrandimento e ora arriva anche un blitz dei Nas a fare chiarezza sulla situazione

Tracce di Covid su treni e metro. Seppur con numeri non certo ‘tragici’: 32 casi di positività su 756 tamponi di superficie, un tasso pari allo 0,042%. Tanto che i sindacati rilanciano: I trasporti sono sicuri, ora il governo punti sulla rimodulazione degli orari. Dopo un anno di pandemia, il mondo del Tpl continua ad essere sotto la lente di ingrandimento e ora arriva anche un blitz dei Nas a fare chiarezza sulla situazione. Come? Il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute ha realizzato, in stretta intesa con il Ministero della Salute, una campagna di controlli a livello nazionale nell’ambito dei servizi di trasporto pubblico. Quasi 700 (693) i veicoli ispezionati adibiti al trasporto, tra autobus urbani ed extraurbani, metropolitane, scuolabus, collegamenti ferroviari locali e di navigazione, ma anche biglietterie, sale di attesa e stazioni metro. Sessantacinque hanno evidenziato irregolarità, principalmente connesse con l’inosservanza delle misure di prevenzione al contagio, come la mancata esecuzione delle operazioni di pulizia e sanificazione, l’omessa cartellonistica di informazione agli utenti circa le norme di comportamento ed il numero massimo di persone ammesse a bordo o l’assenza di distanziatori posti sui sedili e di erogatori di gel disinfettante.

Sono stati deferiti alle competenti autorità giudiziarie quattro responsabili di aziende di trasporto, con sanzioni pari a circa 25mila euro. Sono stati effettuati 756 tamponi di superficie su mezzi di trasporto e stazioni (su obliteratrici, maniglie e barre di sostegno per i passeggeri, pulsanti di richiesta di fermata e sedute), svolti in collaborazione con i locali servizi di Asl.

Tra i test raccolti, sono stati rilevati 32 casi di positività per la presenza di materiale genetico riconducibile al virus. Secondo i Nas, il riscontro organico, “seppur non indice di effettiva capacità di virulenza o vitalità dello stesso” rileva “con certezza il transito ed il contatto di individui infetti a bordo del mezzo, determinando la permanenza di una traccia virale”. Le principali situazioni sono emerse in varie città come Roma (con 11 positività sui bus), Latina, Viterbo, Milano, Livorno, Lecce e Torino.

“Dai dati che abbiamo il tasso di contagio tra autisti e passeggeri nel Trasporto pubblico locale non è allarmante, è nel range dei dati nazionali – spiega a LaPresse Maria Teresa De Benedictis, segretaria nazionale Filt Cgil – Per noi il governo deve stanziare ulteriori risorse per i mezzi aggiuntivi, perché così si riduce l’affluenza”. Per la Fit Cisl il segretario generale Salvatore Pellecchia sottolinea che, un anno dopo il protocollo firmato con il Mit, bisogna “capire se nel frattempo si è abbassata la guardia”, anche se servirebbe un intervento deciso sugli “orari scaglionati” degli uffici nelle grandi città. Da Uiltrasporti Roberto Napoleoni, responsabile del Dipartimento Trasporto Pubblico Locale, ribadisce a LaPresse come il Tpl sia “una modalità di trasporto più che sicura”, seppur con l’esigenza di rimodulare “gli orari dei mezzi e dei servizi, andando a rinforzare gli orari di punta”.

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