Corruzione, perquisizioni a casa di Palamara. Spuntano nuovi indagati: tra questi il consigliere del Csm Spina

Corruzione, perquisizioni a casa di Palamara. Spuntano nuovi indagati: tra questi il consigliere del Csm Spina

Gli inquirenti: "Al magistrato 40mila euro per facilitare la nomina a procuratore capo di Gela di Giancarlo Longo". Accusati dello stesso reato anche l'imprenditore Fabrizio Centofanti e gli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore. Sotto inchiesta per favoreggiamento e rivelazione del segreto di ufficio il pm di Roma Stefano Rocco Fava

Perquisizioni del nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Roma nell'abitazione del pm di Roma Luca Palamara, indagato per corruzione nell'ambito dell'inchiesta della procura di Perugia. Stando a quanto precisato nel decreto delle perquisizioni, l'ex presidente dell'Anm avrebbe ricevuto nel 2016 40mila euro per facilitare la nomina, mai andata in porto, a procuratore capo di Gela di Giancarlo Longo. Palamara "quale componente del Csm riceveva da Calafiore e Amara la somma pari ad euro 40 mila – si legge – per compiere un atto contrario ai doveri d'ufficio, ovvero agevolare e favorire il medesimo Longo", successivamente arrestato nell'ambito di un'inchiesta per corruzione.

Nel mirino anche il consigliere del Csm Luigi Spina, che, in merito alla vicenda, dichiara: "Ho appreso dai giornali la notizia. Sono molto amareggiato di averlo dovuto apprendere prima dalla stampa che dall'autorità giudiziaria, da cui ho poi avuto riscontro. Sono a disposizione per ogni chiarimento".

Nel fascicolo sono indagati per corruzione anche l'imprenditore Fabrizio Centofanti e gli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore, già al centro dell'inchiesta sulle presunte sentenza pilotate in Consiglio di Stato. Secondo le accuse i tre avrebbero "corrisposto varie e reiterate utilità a Palamara" quando era consigliere del Csm. Le "utilità", si legge nell'avviso di garanzia inviato a Centofanti, consistevano in viaggi, vacanze a beneficio di Palamara e suoi conoscenti. Tra i beni al centro della presunta corruzione anche un anello "del valore di 2 mila euro in favore dell'amica Adele Attisani, essendo Centofanti in rapporti di stretta ed illecita collaborazione e correità con Amara e Calafiore".

Secondo i magistrati di Perugia la corruzione sarebbe stata attuata affinché "Palamara mettesse a disposizione, a fronte delle utilità, la sua funzione di membro del Csm, favorendo nomine di capi degli uffici cui erano interessati Amara e Calafiore".

Risulta poi indagato per favoreggiamento e rivelazione del segreto di ufficio il pm di Roma Stefano Rocco Fava. Il magistrato avrebbe, secondo chi indaga, comunicato al collega Palamara alcuni dettagli del fascicolo. Fava "violando i doveri inerenti la sua funzione e abusando della sua qualità, comunicando con Palamara e rispondendo alle sue plurime e incalzanti sollecitazioni – si legge nell'avviso di garanzia – gli rivelava come gli inquirenti fossero giunti a lui, specificandogli che gli accertamenti erano partiti 'dalle carte di credito' dell'imprenditore Centofanti e si erano estesi alle verifiche dei pernottamenti negli alberghi, rivelandogli altresì alcuni retroscena delle indagini".

Fava avrebbe anche mostrato a Palamara l'esposto da lui presentato sul procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone e il procuratore aggiunto Paolo Ielo per presunti comportamenti scorretti nell'indagine su Piero Amara.
 

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