Il presidente della Regione Lombardia interrogato per tre ore riguardo un maxi giro di corruzione tra Lombardia e Piemonte
"Ho chiarito tutto. Se sono sereno? Di più. Ho chiarito quella che è la mia posizione". È durato tre ore l'interrogatorio del presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana davanti ai pm milanesi che stanno indagando su un maxi giro di corruzione tra Lombardia e Piemonte.
Fontana, nei giorni scorsi, aveva ricevuto un invito a comparire e ha deciso di presentarsi, accompagnato dal suo legale Jacopo Pensa e dal portavoce, per rispondere davanti agli inquirenti. Il lungo colloquio con i magistrati "è andato bene nel senso che ho dato le risposte alle domande che mi sono state poste e ho chiarito la mia posizione" ha aggiunto Fontana. Quanto all'incarico a Marsico, ha risposto: "Questo chiedetelo ai magistrati". E sul suo rapporto con Gioacchino Caianiello, l'ex coordinatore di Forza Italia a Varese soprannominato 'il burattinaio', si è limitato a dire: "Ho detto che ho risposto alle domande che mi sono state rivolte dai magistrati".
Dall'inchiesta è emerso che Fontana poco più di un anno fa aveva declinato una proposta corruttiva sulla vicenda di Luca Marsico, suo ex socio di studio ed ex consigliere regionale che nel 2018 non era stato rieletto, anche per via di un boicottaggio messo in atto da Caianiello, ex coordinatore provinciale di Forza Italia a Varese e ras dei voti in Lombardia. Su questo fronte Fontana, che aveva rifiutato le soluzioni proposte da Caianiello, è parte offesa di una istigazione alla corruzione. Il governatore, però, si sarebbe esposto in prima persona per trovare un incarico a Marsico. Situazione che ha cercato di chiarire con i pm. Durante le tre ore di interrogatorio "si è parlato di fatti, non di diritto – è stato il commento dell'avvocato Pensa -. È stato come vedere un film che va dai titoli di apertura ai titoli di coda. Tutto molto chiaro, poi per quanto riguarda le valutazioni ognuno fa le proprie". "Più chiaro di così" Fontana "non poteva essere – ha aggiunto il legale – e questo lo hanno inteso anche" i pm. Nella ricostruzione del governatore è "tutto perfettamente coincidente con i fatti – ha concluso – e i fatti che sono avvenuti sono fatti da niente. È una palla di nulla".
In difesa di Fontana si è schierato il vicepremier e leader leghista Matteo Salvini, che ha parlato di "vergognosi attacchi all'uomo, all'avvocato, a un sindaco e a un governatore la cui onestà e trasparenza non sono mai stati messi in discussione in tanti anni, né mai potranno esserlo oggi o in futuro".
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