Nella notte, la fiaccolata con migliaia di persone, presente il premier Giuseppe Conte. La ricostruzione va avanti ma ci sono ancora importanti ritardi. Il tema della comunità che ancora non è stata ricostruita
Per la decima volta in dieci anni, L'Aquila ha ricordato la notte del terremoto del 6 aprile 2009 che fece 309 morti, 1600 feriti e lasciò una comunità piegata con 80mila senza casa e 10 miliardi di danni. La fiaccolata (migliaia di persone unite dal dolore e dal ricordo) è sfilata partendo da via XX Settembre. Alle 3 e 32 (ora della scossa che distrusse la città) sono stati letti i nomi delle 309 vittime. In testa al corteo uno straziante cartello con le foto di dodici giovani vittime e la scritta: "E' triste leggere negli occhi di mamma e papà la certezza che 'Neanche stasera tornerò a casa'".
Il tema, per la decima volta è quello della ricostruzione. Il sindaco Pierluigi Biondi, in questi giorni, l'ha spiegato a tutti in tutti i modi. Non si può dire che tutto sia fermo: il 70% della parte privata è stato completato, ma ci sono forti ritardi sulla parte pubblica e, purtroppo, con 6.300 persone che ancora abitano nelle casette di fortuna, non c'è ancora stata la completa ricostruzione del tessuto sociale di una città. Nello stesso tempo, il sindaco ha voluto anche ricordare i "doni" e le "sorprese positive" che sono emersi dalla ricostruzione: tesori d'arte che L'Aquila neppure sapeva di avere.
Sergio Mattarella – E oggi, con una nota, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha voluto ricordare a tutti che la comunità nazionale non ha dimenticato questa tragedia: "Sono trascorsi dieci anni da quel tragico 6 aprile che sconvolse L'Aquila: il terremoto provocò morte e distruzioni, colpì al cuore l'intero Paese, lasciò segni profondi e dolorosi che il tempo e l'impegno umano hanno in parte lenito ma mai potranno cancellare. Nel giorno del decennale il primo pensiero va alle vittime, al lutto straziante dei familiari, ai tanti sfollati, alle molteplici ferite inferte alle comunità. La Repubblica non dimentica. E, personalmente, desidero rinnovare ai cittadini di tutti i comuni colpiti i miei sentimenti di vicinanza e solidarietà. Il percorso della ricostruzione è cominciato, ma occorre procedere con forza perché ancora molto deve essere fatto. Il tessuto urbano de L'Aquila e dei comuni vicini va ricomposto e rivitalizzato, in modo che la società possa tornare a esprimere appieno i suoi valori civili, le sue relazioni umane, le sue attività economiche".
Dice ancora Mattarella: "La ricostruzione resta una grande sfida nazionale. È affidata alla responsabilità delle istituzioni, a tutti i livelli, che devono assicurare sostegno ai progetti, certezza e continuità nelle risorse, trasparenza nella gestione. Ma la ricostruzione avrà pieno successo se renderà protagoniste le comunità locali, se rigenererà le reti sociali e i luoghi dove si trovano le radici della vita civile. L'Aquila vanta una importante università, dispone di attività produttive d'eccellenza, può e deve utilizzare gli investimenti per potenziare l'innovazione. Il motore della ricostruzione va portato a pieno regime. Gli stessi cantieri devono diventare simbolo e incentivo alla speranza. I giovani de L'Aquila e dei comuni colpiti dal terremoto del 2009 hanno diritto alla rinascita delle loro città, dei paesi, delle comunità. Pensare al domani, e non soltanto all'oggi, è il nostro impegno davanti alle nuove generazioni – aggiunge il capo di Stato – Lo dobbiamo ai giovani de L'Aquila anche ricordando quei ragazzi della Casa dello Studente, a cui il sisma spezzò i progetti di vita, e che nella memoria del Paese rappresentano ancora oggi il segno più penoso della tragedia del 6 aprile. Dare un degno futuro ai giovani è il traguardo più ambizioso del cammino di ricostruzione da percorrere".
Giuseppe Conte – Alla fiaccolata c'era anche il premier Giuseppe Conte che oggi ha scritto su Facebook: "La ferita di una comunità locale è una ferita della comunità nazionale. Sono passati 10 anni dal sisma de L'Aquila e ancora oggi abbiamo il dovere della memoria: tanti hanno perso persone care, in molti continuano a soffrire. A tutti loro, in questa giornata di ricordo, mi stringo con un caloroso, sentito abbraccio".
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