Il dipendente infedele falsificava le fatture inserendo il proprio Iban al posto di quello reale: "Fregarli aumentava il mio ego"
Arrestato un funzionario del ministero della Salute con l'accusa di peculato e autoriciclaggio. I militari del nucleo speciale polizia valutaria della guardia di finanza sotto il coordinamento della procura della Repubblica di Roma, hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Vincenzo Zumbo, dipendente in servizio presso la Direzione Generale del personale, dell'organizzazione e del bilancio.
Le indagini avviate a seguito di approfondimenti antiriciclaggio relativi a transazioni finanziarie anomale hanno consentito di appurare che il funzionario, classe 1964, incaricato di istruire le pratiche di rimborso delle spese di viaggio sostenute dal personale ministeriale, negli ultimi due anni ha fatto confluire sui conti correnti personali somme per ben 1.395.000 euro.
Questo il piano del dipendente infedele: una volta ricevute le fatture dalle società che avevano reso servizi al ministero, provvedeva a falsificarle, inserendo nei mandati di pagamento il proprio Iban bancario al posto di quello del reale beneficiario.
L'uomo curava in prima persona la pratica amministrativa, seguendola nel relativo iter e interloquendo spesso con i vari uffici ministeriali, presso i quali godeva di fiducia e credibilità, essendo il principale referente per tali trattazioni.
In altri casi, lo stesso produceva giustificativi di spesa relativi a missioni in realtà mai svolte, delle quali, grazie alla sua consolidata conoscenza della 'macchina ministeriale', riusciva comunque a ottenere la liquidazione.
Gli importi venivano poi in gran parte utilizzati per giocare diverse sale video-lottery di Roma. Alcune somme sono state invece trasferite sui conti correnti dei propri familiari.
Oltre all'arresto è stato eseguito un sequestro dei conti correnti, beni mobili e immobili nonché valori dell'indagato per un importo complessivo di circa 200mila euro.
In tale circostanza, su disposizione dell'autorità giudiziaria, sono stati anche perquisiti i luoghi nella disponibilità dell'indagato, incluso il suo ufficio ministeriale.
Le intercettazioni – "Aumentava il mio ego nel senso che comunque riuscivo a fotterli tutti senza colpo ferire, e riuscivo a eludere qualunque controllo….", diceva di sé Vincenzo Zumbo. Le intercettazioni sono riportate nell'ordinanza firmata dalla gip Flavia Costantini.
Spendeva duemila euro al giorno presso centri scommesse, sale gioco e video lottery e, secondo la gip, pur di trovare denaro da spendere al gioco non aveva "freno né dignità", "avendo avuto addirittura il coraggio di chiederlo all'anziana madre".
"I soldi chiamano i soldi", diceva parlando con un'amica con la quale condivideva la passione per le scommesse "…se mi va di giocare mille euro me li gioco, capito?"
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