Solo l'esito degli esami potrà aiutare gli inquirenti a fare chiarezza sulla misteriosa morte dell'ex modella
Al via i "carotaggi" sugli organi di Imane Fadil, la teste chiave dei processi del Rubygate morta in circostanze misteriose lo scorso 1° marzo alla clinica Humanitas di Rozzano, alle porte di Milano. Dopo i prelievi sui tessuti avrà luogo l'autopsia. Nell'istituto di medicina legale di piazzale Gorini è in corso la riunione tra il pool guidato dall'anatomopatologa Cristina Cattaneo e gli esperti incaricati di esaminare i campioni di tessuto.
"Gli esperti sicuramente ci informeranno sulle decisioni che prenderanno e sugli esami da fare, ma avremo qualche notizia nel pomeriggio", ha detto il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano lasciando piazzale Gorini con i pm Luca Gaglio e Antonia Pavan. "In questo momento sono aperte tutte le ipotesi: sarebbe sciocco e poco serio dal punto di vista scientifico partire con un pregiudizio", ha aggiunto Siciliano, che non ha escluso né l'ipotesi dell'avvelenamento né quella della morte causata da una malattia rara.
Nel corpo della giovane c'erano tracce di metalli pesanti "anche cento volte" più alte del normale. "Dagli esami sui liquidi biologici effettuati sono stati trovati livelli superiori rispetto alla norma di antimonio e cadmio", ha spiegato lunedì il procuratore di Milano Francesco Greco. Sono anche state trovate tracce di molibdeno, cobalto e cromo sia nelle urine che nel sangue della ragazza. Prima di pronunciarsi definitivamente sulla vicenda, però, il procuratore ha detto di voler aspettare "l'esito degli esami autoptici".
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