Intervista alla capogruppo di Uscita di sicurezza: "Dall'amministrazione non è mai arrivata una controproposta utile a placare i timori di imprenditori e forze produttive"
La capogruppo di Uscita di sicurezza Deborah Montalbano è un fiume in piena. Unica consigliera di opposizione in Comune a Torino a essere fortemente 'No Tav', ammette di sentirsi 'sconnessa' dal fermento che si respira in questi giorni in città, dopo che la maggioranza ha votato un odg contro l'opera. Da una parte, spiega, "trovo che il documento approvato in aula sia fin troppo blando, si rimanda solo la decisione a dopo l'analisi costi-benefici". Dall'altra, pur non condividendo le ragioni di chi ha organizzato la manifestazione di sabato a favore dell'alta velocità Torino-Lione, ammette che
Quella di sabato sarà la prima vera manifestazione di dissenso contro la giunta Appendino. Pensa che in qualche modo possa mettere a rischio il suo mandato? "Tutte le realtà vanno ascoltate, bene ha fatto la sindaca a dire di voler incontrare gli organizzatori della manifestazione. Ma io credo che la protesta non andrà a inficiare eccessivamente sulla giunta. Il voto negli Stati Uniti ha dimostrato che il popolo è propenso a credere più a realtà anti-establishment, e non mi sembra che gli imprenditori incarnino questa dimensione".
Hanno ipotizzato che potrà essere una nuova 'marcia dei 40mila'… "Questo lo vedremo. Mi sembra comunque che il dissenso nato dall'odg votato in Consiglio sia stato fortemente strumentalizzato: in piazza ci saranno anche esponenti di FdI e Casapound, o del Pd…"
Sì ma senza bandiera. "Ma come si concilia tutto questo con le istanze delle forze produttive? Davvero si pensa che l'economia riparta solo con i grandi eventi e le grandi opere? La Tav non è un'opera utile. Lo ripeto. E lo sono molto di più gli interventi a favore dell'emergenza casa o sullo stop al consumo del suolo, l'attenzione alle periferie o alla manutenzione ordinaria di immobili e strade".
E tutto ciò non viene attuato? "No, il punto è proprio questo. Manca una contropartita. Manca una vera politica del cambiamento. Manca il dire alle forze produttive: 'non crediamo nella Tav, e siamo a favore del blocco dei lavori, ma allo stesso tempo avviamo investimenti con una nuova attenzione al territorio'".
Quindi dà ragione a quanti temono che Torino sia sempre più isolata? "Il problema è che negli ultimi due anni si è lavorato solo per portare nuovamente in città le Olimpiadi, tradendo allo stesso tempo entrambe le parti: gli imprenditori da una parte, a cui si era promesso che Torino avrebbe avuto i Giochi, e la base del Movimento 5 Stelle dall'altra, da sempre contraria ai grandi eventi. Quello è stato il peccato originario".
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