Uno è esploso davanti al portone. Il secondo, fatto brillare dagli artificieri, era forse destinato a esplodere dopo il primo contro chi fosse accorso. Nessuna persona coinvolta, danni all'ingresso

Volevano colpire i militanti del K3. Così viene chiamata la sede della Lega in zona Villorba a Treviso, che tra il 12 e il 15 di agosto è stata vittima di due ordigni rudimentali, poi fatti brillare dalle forze dell'ordine.

Il primo, una 'bomba carta', secondo quanto ricostruito dagli investigatori aveva l'obiettivo di attirate gente sul posto. Il secondo, una pentola a pressione riempita con chiodi e bulloni, molto probabilmente voleva 'fare male' riferiscono fonti leghiste. La 'bomba' artigianale era pronta a esplodere appena si fosse teso il filo di nylon collegato all'ordigno. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco, col personale operativo del nucleo NBCR. Nessuna persona è stata coinvolta e i danni sono stati limitati al portone di ingresso.

"Una bomba è esplosa nelle scorse ore di fronte alla sede della Lega di Villorba (Treviso), un'altra bomba è stata fatta saltare dagli artificieri poco fa. Cercano di fermarci? Violenti e delinquenti non mi fanno paura. Andiamo avanti, più forti di prima" commenta a caldo Matteo Salvini, leader della Lega.

Intanto il sito "Round Robin, Diario di bordo nella tempesta sociale" pubblica la rivendicazione dei presunti attentatori, datata 12 agosto 2018. Si tratta di anarchici che confermano di aver posizionato l'ordigno "contro politici, sbirri, e loro tirapiedi. A tutto questo non vogliamo essere complici, alla violenza indiscriminata degli Stati ci opporremo con la violenza discriminata contro i responsabili di tutto ciò". "State parlando di governo giallo-verde, di sinistra e di destra, noi vogliamo che lo stato sia distrutto – aggiungono – State promettendo aumenti di stipendio, tasse ridotte, posti di lavoro, noi vogliamo l'eliminazione del denaro, della merce e del lavoro. State combattendo per migliori condizioni del governo, ma noi vogliamo solo divertirci sulle rovine fiammeggianti delle vostre città. Voi fate politica, noi la guerra sociale".

"Un bruttissimo segnale – commenta Luca Zaia, esponente del Carrocio del veneto -contro quella che non è soltanto la sede storica di un movimento e di un partito, ma anche un luogo dove i cittadini e i militanti si ritrovano per un confronto che deve sempre essere aperto, franco e democratico. Da noi è così, se qualcuno altro vuol far prevalere altri linguaggi, sappia che troverà sempre una ferma e condivisa opposizione democratica". "La rivendicazione giunta – conclude il presidente – ci riporta a tristi epoche e ad allucinanti linguaggi che credevamo ormai dimenticati. Se così non è, questi nemici della democrazia sappiano che troveranno una società veneta pronta a respingerli nel nome del confronto civile e della difesa delle istituzioni democratiche".

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