Papa Francesco ha riconosciuto le virtù eroiche di Giovanni Paolo I

La notizia era trapelata da giorni, ma oggi è arrivata l'ufficialità: Giovanni Paolo I, Albino Luciani, è avviato alla beatificazione. Questa mattina Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto sulle sue virtù eroiche.

Il processo ha aiutato a fare chiarezza sul giallo della morte del Papa del sorriso, trovato senza vita nel suo letto trentatrè giorni dopo la sua elezione al soglio di Pietro, il 29 settembre 1978. Bastarono, però, per introdurre alcune novità: fu il primo Pontefice ad abbandonare il plurale maiestatis nei discorsi, rivolgendosi ai fedeli in prima persona. Non volle l'incoronazione, per la prima volta nella storia, sostituendola con una semplice cerimonia per l'inizio del ministero.

L'editorialista di Avvenire e vicepostulatrice della causa di beatificazione e canonizzazione, Stefania Falasca, fa chiarezza nel volume Papa Luciani. Cronaca di una morte (Piemme) sulla sua scomparsa, da sempre avvolta nel mistero. "Verso le 5.15 di quel mattino, come ogni mattino, suor Vincenza aveva lasciato una tazzina di caffè per il Santo Padre in sacrestia subito fuori dell'appartamento del Papa, davanti alla cappellina. Il Santo Padre uscendo dalla sua stanza era solito prendere il caffè in sacrestia prima di entrare nella cappella a pregare. Quella mattina però il caffè rimase lì", racconta suor Margherita Marin, fra le prime a vedere il papa morto, nell'interrogatorio per il processo a Trento il 12 maggio 2009. "Passati circa dieci minuti, suor Vincenza disse: 'Non è ancora uscito? Ma come mai?'. Io ero lì in corridoio. Così ho visto che ha bussato una volta, ha bussato di nuovo, non ha risposto. Ancora silenzio, allora ha aperto la porta e poi è entrata. Io ero lì e mentre lei entrava rimasi fuori. Sentii che disse: 'Santità, lei non dovrebbe fare di questi scherzi con me'. Poi mi chiamò uscendo scioccata, entrai allora subito anch'io insieme a lei e lo vidi. Il Santo Padre era nel suo letto, la luce per leggere sopra la spalliera accesa. Stava con i suoi due cuscini dietro la schiena che lo tenevano un po' sollevato, le gambe distese, le braccia sopra le lenzuola, in pigiama, e tra le mani, appoggiate sul petto, stringeva alcuni fogli dattiloscritti, la testa era girata un po' verso destra con un leggero sorriso, gli occhiali messi sul naso, gli occhi semichiusi… sembrava proprio che dormisse. Toccai le sue mani, erano fredde, vidi e mi colpirono le unghie un po' scure". Sul contenuto dei fogli la suora non ha aggiunto molto: "Noi lo lasciammo che li aveva in mano, non toccammo niente. Erano fogli dattiloscritti, anzi mezzi fogli, due o tre. Non scritti a mano, sono certissima, ma non so dire il contenuto perché non mi sono messa a leggere in quei momenti lì. Qualcuno lì in corridoio ci ha detto che erano i fogli per l'udienza del mercoledì".
 

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