Milano, il provvedimento del Tar Lazio sospende i test d'ingresso. Oltre 1.600 ragazzi rischiavano di restare fuori

Il Tar del Lazio ha accolto oggi il ricorso delle associazioni studentesche (Unione degli Universitari e Link Coordinamento Universitario) contro l'introduzione dell'accesso programmato nella facoltà di studi umanistici dell'Università degli studi di Milano (nella foto un momento della protesta). Il Tar Lazio ha riconosciuto che il ricorso "ha sufficienti motivi di fondatezza" e ha sospeso i provvedimenti contro cui era stato sollevato. 

Lo comunicano le stesse associazioni in una nota. "Avevamo denunciato sin da subito come la delibera adottata dagli organi accademici contenesse vizi formali e sostanziali, mancando di fatto sia una maggioranza vera che il rispetto della normativa nazionale, prima su tutte la legge 264/99 – si legge -. Avevamo denunciato come la sordità dimostrata da chi doveva rappresentare tutta la comunità accademica aveva segnato un pericoloso precedente, oltre che un danno per il diritto allo studio di migliaia di studenti che volevano scegliere liberamente il corso del loro futuro". "Ora che il Tar del Lazio ci ha dato ragione, possiamo dirci estremamente soddisfatti per una vittoria storica che ha riflessi nell'immediato sul futuro di tutti coloro che avrebbero dovuto sostenere il test nei prossimi giorni e sulle decisioni presenti e future prese da quegli atenei che hanno introdotto programmazioni dell'accesso illecite", spiega l'Udu.

"Dopo una grande mobilitazione che ha visto docenti e studenti insieme per una università libera e aperta a tutti, il pronunciamento del Tar ci dà ragione", esulta Andrea Torti di Link Coordinamento Universitario, per cui "deve essere un primo passo per abolire il numero chiuso in tutti i corsi di laurea".

La protesta a Milano era nata dopo che a fine marzo la Facoltà di Studi Umanistici della Statale aveva deciso di mettere il numero chiuso in tutti i corsi, incontrando l'opposizione degli studenti e di molti dipartimenti. Il rettore aveva poi ottenuto il voto positivo da parte del Senato accademico. Un pronunciamento che oggi il Tar del Lazio ha giudicato irregolare. Il risultato è che gli studenti non dovranno più sottoporsi ai test di ingresso. Nei giorni scorsi le associazioni ricorrenti avevano calcolato che tra SLingue, Lettere e Scienze dei Beni Culturali, oltre un migliaio di studenti sarebbero rimasti fuori: 2.813 studenti, infatti, si erano iscritti contro una disponibilità di 1.695 posti nei tre corsi di laurea.

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