Il sindaco indagato: "Risponderò alla Procura generale quando sarò convocato"

"Lavorerò con più impegno di prima, convinto che i valori di legalità e giustizia siano fondamentali per la città e l'Italia intera. Risponderò alla Procura generale quando sarò convocato". Lo ha detto il sindaco di Milano Giuseppe Sala, nel suo intervento in Consiglio Comunale a proposito della sua autosospensione e dell'inchiesta sulla Piastra di Expo, dov'è indagato per falso.

"So di avere agito sempre nell'unico interesse di Expo 2015 e per il suo successo" "Avevamo gli occhi puntati addosso del mondo intero, per molto tempo ci sono state condizioni di oggettivo impedimento, come la concessione delle aree, che si è protratta per oltre due anni – ha aggiunto -. Abbiamo comunque centrato l'obiettivo che ha avuto ricadute positive su Milano".

Con l'"autosospensione", "ho reagito nell'unico modo per me possibile". "Sono tornato al mio lavoro di sindaco dopo qualche giorno di pausa forzata e vorrei spiegarvi cosa è accaduto – ha detto Sala – Giovedì scorso ho appreso da fonti giornalistiche di essere stato indagato per la più importante gara di Expo 2015, quella della cosiddetta "Piastra". Non posso e non voglio contestare la decisione della Procura generale ma non ho potuto che esserne sorpreso, questo perché avevo letto di una richiesta di archiviazione dopo lunghe indagini". Sala ha spiegato di aver voluto prendere tempo per capire meglio su cosa vertevano le accuse e ha chiesto "al vicesindaco di svolgere le mie funzioni e al mio legale, l'avvocato salvatore Scuto, di fare delle verifiche". "Questo processo – ha aggiunto –  si è concluso ieri, quando ho ritrovato le condizioni necessarie per svolgere il mio lavoro, che chiede serenità e autorevolezza".

 

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