Per la sindaca di roma non garantiscono "né la democrazia né la meritocrazia"
"In Italia c'è un problema di leadership femminile, un problema legato al meccanismo delle quote rosa. Una legge che circoscrive la presenza femminile sia nelle aziende che negli organismi elettivi, invece di promuoverla, un provvedimento che nasce per ridurre la discriminazione di genere e che dovrebbe servire a sfondare il soffitto di vetro. Onestamente questa legge rappresenta una sorta di recinto per i panda". La sindaca di Roma Virginia Raggi boccia la legge sulle quote rosa, un provvedimento che "nasce per contrastare la discriminazione, ma non garantisce né la democrazia né la meritocrazia: una offesa alle donne, che le confina in una visione anacronistica". L'uguaglianza di genere, sottolinea la prima cittadina, va promossa, ma la promozione della presenza femminile "con una quota fissa è superficiale. Il problema è più ampio e articolato. Sono convinta che la legge elettorale non debba distinguere fra le persone". "Chi elegge qualcuno lo sceglie per la qualità di quella persona, non per il genere", puntualizza Raggi, "per valorizzare le donne le quote rosa sono insufficienti, serve molto di più".
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