Le cosche minacciavano l'impresa di "bruciare i mezzi con dentro gli operai"

I carabinieri del comando provinciale di Cosenza hanno arrestato, su richiesta della Direzione distrettuale Antimafia di Catanzaro, tre persone accusate di tentata estorsione, aggravata dal metodo mafioso, ai danni di un imprenditore siciliano aggiudicatario di un appalto per lavori di ammodernamento della Statale 106 bis Ionica. In carcere sono finiti Massimo Esposito, 35enne, e Francesco Antonio De Santis, 44enne, entrambi di Rossano (Cosenza), e Alfonso Dardano, 45enne di Mirto Crosia, tutti ritenuti contigui alla cosca di ‘Ndragheta rossanese. In particolare, Esposito risulta uno dei referenti ancora attivi della cosca, fratello di Sergio, condannato in primo grado a 16 anni di reclusione come elemento di veritice della ‘ndrina rossanese. Il processo è tuttora pendente in corte d’Appello a Catanzaro. 

I tre arrestati avrebbero avvicinato il responsabile del cantiere aperto a Mirto Crosia (Cosenza) per la realizzazione di due rotatorie, e, in più occasioni, dopo aver precisato di “controllare” la zona, lo hanno esortato a “mettersi a posto” pagando 5mila euro per “poter stare tranquillo”. In caso contrario, avrebbero “bruciato i mezzi con dentro gli operai”. Il responsabile dell’impresa ha trovato il coraggio di denunciare tutto ai carabineri, che hanno ricostruito i movimenti dei tre. 

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