Provvedimento unico nel suo genere, concede la protezione umanitaria per la povertà dello Stato di origine
Un ragazzo di 24 anni originario del Gambia, venuto in Italia per migliorare la sua situazione economica, in patria estremamente precaria, ha diritto al permesso di soggiorno per "protezione umanitaria", dopo che la Commissione territoriale gli aveva negato questa possibilità. Lo ha stabilito il giudice Federico Salmeri del Tribunale di Milano, che ha sottolineato come non sia possibile rimpatriare un migrante economico in un Paese, come quello centrafricano, dove esistono "oggettive difficoltà economiche, di diffusa povertà e di limitato accesso per la maggior parte della popolazione ai più elementari diritti inviolabili della persona, tra cui il diritto alla salute ed alla alimentazione".
Il provvedimento, emesso a fine maggio e unico nel suo genere, ricorda "gli obblighi costituzionali e internazionali che gravano sullo Stato italiano" e cita la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo secondo la quale "ogni individuo ha il diritto a un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione, al vestiario, all'abitazione, alle cure mediche e ai servizi sociali essenziali". Il Gambia, ricorda ancora il giudice, "è uno dei Paesi più piccoli e più poveri del continente Africano", dove il Pil pro capite è di appena 1600 dollari all'anno contro i 35mila dell'Italia e dove l'aspettativa di vita è di appena 59,4 anni, contro gli 82 del nostro Paese. Rimpatriare qualcuno in Gambia, dunque, sarebbe un atto "in spregio agli obblighi di solidarietà di fonte nazionale ed internazionale". Per il giudice, infine, non "vale sostenere che l'interpretazione "può comportare il rischio di un riconoscimento di massa della protezione umanitaria" perché "il riconoscimento di un diritto fondamentale non può dipendere dal numero di soggetti cui quel diritto viene riconosciuto".
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