Secondo alcuni testimoni, la paziente spagnola si sarebbe sottoposta al trattamento in maniera volontaria

Gli avvocati Carlo Taormina e Tommaso Pietrocarlo, difensori di Severino Antinori, arrestato per aver prelevato 8 ovuli da una ragazza spagnola senza il suo consenso, hanno presentato questa mattina una nuova istanza di scarcerazione per il loro assistito. I legali hanno depositato anche il resoconto delle testimonianze di una collaboratrice della clinica Matris di Milano e la deposizione della segretaria dello studio medico di via Tacito a Roma dove la 24enne spagnola si sarebbe sottoposta alla cura ormonale prima di essere operata. Le collaboratrici del ginecologo 71enne hanno sottolineato come la paziente si sia sottoposta al trattamento in maniera volontaria.

Tra il materiale che hanno portato al settimo piano del Palazzo di Giustizia di Milano, da quanto riferisce l'avvocato Taormina, c'è anche il contratto del telefono utilizzato dalla ragazza in Italia, intestato a Antinori. La giovane aveva riferito agli inquirenti che il cellulare le era stato sottratto per impedirle di chiamare aiuto dopo l'operazione. Antinori in un primo momento è finito ai domiciliari nella sua casa di Roma e, dopo aver rilasciato diverse interviste, è stato portato nel carcere di Regina Coeli. I suoi legali hanno chiesto che il ginecologo possa essere scarcerato o possa tornare ai domiciliari.

Nel frattempo, la Procura di Milano ha espresso parere negativo su suo ritorno a casa. Per il procuratore aggiunge unto Nunzia Gatto e il pm Maura Ripamonti, infatti,  non si sono ancora attenuate le esigenze cautelari che hanno portato all'arresto del ginecologo.

Nel frattempo è stata fissata per  mercoledì 25 maggio l'udienza davanti ai giudici del Riesame che si pronunceranno sulla liberazione del medico, sul sequestro della clinica Matris e del materiale  biologico prelevato nella struttura sanitaria di proprietà di Antinori.

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