L'accusa per i tre è di concorso in truffa aggravata e falsità in scrittura privata

Grazie alla complicità di un corriere e di un ex responsabile di una società telefonica stipulava contratti con varie compagnie telefoniche addebitandone i costi a terze ed ignare persone. Un escamotage architettato per ottenere dai vari gestori di telefonia mobile forniture di servizi e oggetti tecnologici come cellulari, smartphone, tablet e chiavette usb che poi venivano anche rivenduti ad altre persone. I costi del traffico venivano poi addebitati agli ignari intestatari del contratto. A scoprire la maxi truffa i carabinieri della stazione di Guastalla (Reggio Emilia) che con l'accusa di concorso in truffa aggravata e falsità in scrittura privata hanno denunciato un operaio 50enne di Gualtieri, un 50enne corriere di Guastalla e un 60enne di Trento ex responsabile di una società telefonica.

Una quindicina le vittime, tra le province Parma, Modena, Reggio Emilia e Bologna, finite nella rete del terzetto che, secondo i militari che hanno condotto le indagini potrebbero essere la punta di un iceberg di una più ampia condotta truffaldina.

Agli inizi dello scorso anno un'imprenditrice reggiana si è vista addebitare sul proprio conto in banca fatture di un gestore telefonico per un totale di circa 3mila euro relativi al traffico di quattro utenze e alla fornitura di quattro smartphone e relative sim, merce mai ricevuta. La donna si è rivolta ai carabinieri denunciando l'accaduto. Le indagini dei militari della stazione di Guastalla hanno quindi portato a un operaio 50enne di Gualtieri a cui era stata consegnata la merce; l'uomo agiva grazie a un compiacente corriere che provvedeva a consegnargli le apparecchiature telefoniche e a un 60enne ex responsabile di una società telefonica che aiutava il reggiano a stipulare i falsi contratti.

Nel corso delle indagini i militari hanno portato alla luce altre 13 truffe compiute con lo stesso modus operandi nei confronti di altri imprenditori emiliani (delle province di Modena, Bologna, Parma e Reggio Emilia) incappati loro malgrado nel terzetto di truffatori.

La procura reggiana ha emesso un decreto di perquisizione nei confronti dell'operaio di Gualtieri che oltre a portare al sequestro di vario materiale tecnologico – provento di altre truffe – ha permesso di trovare (sebbene l'indagato le avesse gettate nel water) due chiavette usb contenenti importante documentazione (copia di contratti, anche genuini in bianco, contratti sottoscritti da persone residenti anche in altre regioni, copie di documenti di varie persone, timbri e visure camerali di aziende). Materiale, quello trovato, che è stato utile per ricostruire la truffa.

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