Università europee in rete per consentire a chi fugge dalla guerra di continuare i propri studi o il proprio progetto di ricerca nel Vecchio continente
Università europee in rete per consentire a chi fugge dalla guerra di continuare i propri studi o il proprio progetto di ricerca nel Vecchio continente. L'idea parte dalla commissione Cultura dell'Europarlamento e l'Italia è stato il primo Paese ad aderire. E' un progetto al quale si sta già lavorando e che verrà concretizzato a breve con un accordo quadro che coinvolge i ministeri dell'Istruzione, degli Esteri e dell'Interno, l'Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati, la Conferenza dei rettori e l'università telematica Uninettuno per la parte logistica.
Mi fa estremamente piacere che l'Italia sia il primo Paese a rispondere all'appello", ha detto la presidente della commissione Cultura dell'Europarlamento, Silvia Costa, a margine della conferenza di presentazione organizzata al Miur. "Credo che a Bruxelles, nel prossimo consiglio dei ministri della Cultura europei, l'Italia possa essere capofila". Si parte dall'inizio del prossimo anno accademico, ma come modello virtuoso il nostro Paese vanta già alcuni corsi destinati a rifugiati e richiedenti asilo, su tematiche legate ai beni culturali, istituiti dal Politecnico di Torino e dall'Università Ca' Foscari di Venezia. I fondi saranno stanziati dal Miur, con il probabile ausilio degli altri attori coinvolti. Per registrarsi e far conoscere le proprie competenze, studenti e ricercatori già inseriti nei corridoi umanitari avranno a disposizione una piattaforma online creata da Uninettuno. Il portale (www.istruzionesenzaconfini.it) farà da prototipo per tutte le università e per l'intero progetto.
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