Intervista al dottor Francesco Ganino sulla malattia neurovegetativa più temuta e oscura

Rimane, nonostante la ricerca medica, una della malattie più oscure e che possono sconvolgere l'esistenza. Dall'Alzheimer non si guarisce, ma si può limitare nel tempo la progressione della malattia. C'è però un nuovo dato, per nulla confortante: l'anticipazione dell'insorgenza della malattia. A dirlo a LaPresse è Francesco Ganino, neurologo e da decenni impegnato sulla ricerca per le malattie neurovegetative. "Prima l'età si aggirava tra i 65 e i 70 anni – sottolinea il medico – ora invece tra i 60 e i 65". "Prima erano gli anziani – continua Ganino – ora ci si ammala sempre prima. Sul perché sono aperte molto ipotesi: con molta probabilità contribuiscono anche i fattori ambientali".

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Il morbo di Alzheimer è una fatale malattia del cervello che provoca un lento declino delle capacità di memoria, del pensare e di ragionamento. "Quando però si avvertono i primi sintomi – evidenzia Ganino – la malattia si è già palesata e allora bisogna immediatamente iniziare la trafila dei test, anche genetici, per cercare di seguire e tenere sotto controllo la situazione". Quando iniziamo a non ricordare bisogna stare in guardia, molto di più quando "gli altri si accorgono che abbiamo vuoti di memoria". Non esistono cure ma solo farmaci in grado di contenere il morbo. E le diete? "Tutto è vero e tutto è falso – afferma – e le diete lasciano il tempo che trovano. Se non siamo oggi nelle condizioni di capire da cosa viene generata la malattia, è difficile avere a disposizioni diete risolutive". Serve buon senso, per il medico, anche sul cibo. "Certo gli antiossidanti aiutano – afferma – ma ancora nulla è miracoloso".

 

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