Coinvolti 2 coniugi imprenditori di Vercelli, 2 commercialisti di Firenze e Pontassieve e un fiorentino

La guardia di finanza di Firenze ha arrestato 5 persone nelle province di Firenze e Pavia. I destinatari del provvedimento sono due coniugi imprenditori di Vercelli, due commercialisti di Firenze e Pontassieve (Firenze) e un fiorentino operante nel settore delle cooperative di facchinaggio. Sottoposti a sequestro preventivo beni immobili e mobili nella disponibilità degli indagati per un valore complessivo di 42 milioni di euro. Gli arrestati sono accusati di frode fiscale per 95 milioni.

Le indagini hanno fatto emergere come due noti imprenditori di Vercelli avevano costituito un'associazione a delinquere nel capoluogo toscano con lo scopo di frodare il fisco avvalendosi dell'ausilio di due commercialisti e di un'altra persona, factotum dell'organizzazione. Il meccanismo di evasione, essenzialmente dell'Iva, si basava sulle false fatturazioni derivanti da un utilizzo distorto delle strutture societarie consortili, delle cooperative e del meccanismo del sub-appalto. In pratica due società consortili al vertice della piramide societaria, amministrate dai due vercellesi, dopo essersi aggiudicate importanti appalti, concessi da soggetti economici privati, per la gestione di magazzini di merce e per servizi di housekeeping alberghiero in Lazio, Toscana, Emilia Romagna, Liguria, Piemonte e Valle D'Aosta, li sub-appaltavano a sette cooperative e società di capitali create ad hoc, grazie all'apporto fornito dai membri dell'associazione e da altre 9 persone indagate.

Le sette imprese monitorate, dal 2006 al 2014, hanno emesso fatture per operazioni soggettivamente inesistenti nei confronti delle consortili e si sono scambiate tra loro ulteriori fatture false per 95 milioni di euro. Il raggiro prevedeva un ricambio ciclico delle società e cooperative utilizzate dal gruppo criminale, che venivano  dismesse quasi sempre attraverso il trasferimento della sede legale nei Quartieri Spagnoli di Napoli, all'indirizzo di residenza di una famiglia di prestanome di professione. Singolari sono apparse ai finanzieri molteplici cariche societarie acquisite da un 82enne pensionato napoletano che rappresentava aziende con fatturati milionari.

La frode nel suo complesso ha consentito di sottrarre a tassazione ricavi per 44 milioni di euro, di evadere l'Iva per circa 22 milioni di euro e di accumulare ulteriori debiti fiscali per 5,5 milioni di euro. Gli indagati a vario titolo sono 14, i capi d'imputazione contestati ben 70.
 

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