Roma, 28 dic. (LaPresse) – Dal 5 gennaio partono i saldi invernali nella città di Roma e in tutto il territorio regionale con un periodo di effettuazione che può durare sei settimane. Anche il 2015 è stato un anno difficile per la nostra economia in particolare per quel che riguarda i consumi interni. Lo annuncia in una nota Confesercenti Roma. “Questi saldi 2015 – dichiara il presidente Valter Giammaria – cadono ancora in un momento di estrema difficoltà del settore abbigliamento e calzature e possono comunque rappresentare una occasione di recupero per l’impresa diffusa. Anche questa volta abbiamo, purtroppo, assistito al caos più completo con tantissime attività che in spregio del rispetto delle regole che lo vietano hanno effettuato ‘sconti’ nel periodo inibito e ovviamente con una pressoché assente azione di controllo e sanzionamento”.

“Inoltre, alla crisi dei consumi si sono aggiunte le difficoltà legate ai blocchi del traffico per i mezzi più inquinanti e alle targhe alterne che hanno aumentato il disagio per le attività delle nostre strade e dei nostri quartieri. Da una nostra recente indagine emergono dati preoccupanti e che da tempo denunciamo, infatti emerge un calo del 32% dei redditi d’impresa montato nell’arco di 5 anni e a rischio di sprofondare sempre più. La fotografia che appare – continua Giammaria – è quella di un settore allo stremo. Per il 75% degli intervistati, infatti, il 2015 ha continuato ad essere un anno di estrema difficoltà e ciò significa che se, come sembra, la stessa situazione si ripetesse nel corso del 2016, molti commercianti non andrebbero più avanti. Purtroppo i dati economici nella pmi che abbiamo dato nei giorni scorsi sono inequivocabili: si registrano nel 2015 altre 2.991 chiusure tra Roma e Provincia e 1.350 fallimenti che producono oltre 10.000 disoccupati. E pensare che dall’altro lato della legalità, sempre nella città di Roma, opera un esercito di abusivi – se ne stimano 20 mila di cui 8 mila solo nel cuore cittadino – che sottraggono miliardi di euro alle casse dello Stato e ovviamente dei negozi”.

“C’è necessità di una decisa inversione di tendenza – sottolinea Giammaria – bisogna dare fiato alle famiglie e alle imprese. A dimostrazione delle sofferenze del settore bisogna considerare che, dal 2008 al 2015, le quote di spesa dedicata dalle famiglie di Roma e del Lazio all’abbigliamento e alle calzature si è ridotta quasi del 25% . Stimiamo, difatti, che la spesa a famiglia a Roma e nel Lazio si attesterà in media intorno ai 250/300,00 Euro, anche perché il saldo invernale è l’occasione per l’acquisto di capi “importanti” quali ad esempio cappotti, piumini, giacconi etc.. Incide, comunque, su questa, oltre al peso impositivo già presente nel nostro territorio, la preoccupazione per gli aumenti che si subiranno nel 2016. Le vendite di fine stagione o saldi invernali rappresentano, ancora, per il nostro settore circa il 35% del fatturato e per questo riteniamo che ad esse debba essere ridato il loro originario significato. Averne di continuo anticipato la data di inizio ha di fatto completamente snaturato questo tipo di vendita speciale a danno sia delle piccole e medie imprese del dettaglio che conseguentemente del consumatore determinando una confusione totale sulle varie forme di vendite straordinarie. I saldi debbono tornare ad essere delle reali vendite di fine stagione da effettuarsi nei periodi originariamente previsti, posticipandone, quindi, l’attuale data di avvio”.

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