Monza, 10 dic. (LaPresse) – Filippo Penati, ex sindaco di Sesto San Giovanni ed ex presidente della provincia di Milano, è stato assolto dal Tribunale di Monza dalle accuse di corruzione e finanziamento illecito, nell’ambito del cosiddetto ‘Sistema Sesto‘. Prescritta invece l’accusa di concussione. Assolti anche gli altri 9 imputati. Il Tribunale ha inoltre ritenuto che la società Codelfa, a processo per aver violato la legge 231 del 2001 sulla responsabilità degli enti, non debba versare alcun risarcimento, mentre il pm Franca Macchia aveva chiesto nel luglio scorso un risarcimento di 14 milioni di euro.
Lo scorso luglio il pm monzese Franca Macchia aveva chiesto al collegio di condannare Penati, ex presidente della Provincia di Milano ed ex sindaco della “Stalingrado d’Italia”, a 4 anni e mezzo di carcere. Penati si è sempre dichiarato estraneo ai fatti che gli sono stati contestati. A processo insieme a lui, c’erano anche Bruno Binasco, ex manager del gruppo Gavio, e Renato Sarno, che per l’accusa avrebbe fatto da intermediario tra gli imprenditori e Penati. Per entrambi il rappresentante della pubblica accusa aveva chiesto una condanna a 2 anni.
“MIA IMMAGINE ESCE PULITA”. Con l’assoluzione di oggi da parte del tribunale di Monza è stato dimostrato che “sono del tutto estraneo al Sistema Sesto, che non esiste”. Lo ha affermato l’ex presidente della provincia di Milano Filippo Penati, dopo la lettura della sentenza. “In questi quattro anni e mezzo ho soltanto avuto a cuore di ristabilire la mia onorabilità agli occhi dell’opinione pubblica – ha aggiunto Penati – Non sono corrotto e non ho mai fatto nulla contro la pubblica amministrazione. Sono solo vittima di una grande ingiustizia durata quattro anni e mezzo. Oggi – ha concluso – sono felice. Esce pulita la mia immagine di amministratore”.
“Sulla vicenda Milano Serravalle – ha aggiunto l’ex presidente della provincia di Milano – non ho commesso alcun atto illecito. Esce pulita anche la mia immagine di amministratore”. Penati ha ribadito anche con la legge Severino, in base alla quale il capitolo sulla presunta maxi tangente per la riqualificazione delle ex aree Falck e Marelli si è prescritto, “non è stata tolta la parte principale del processo, ma quella parte è entrata” in questa vicenda giudiziaria. I grandi accusatori di Penati, gli imprenditori Pasini e Di Caterina, ora rischiano ripercussioni legali. “Ho già denunciato Pasini – ha spiegato Penati – che dovrà rispondere ferme in Tribunale e farò lo stesso con Di Caterina. Io no ho mai costretto nessuno, né sono stato corrotto e la vicenda dei prestiti era una bufala per coprire dei problemi propri”. Quanto ad un possibile rientro in politica, Penati temporeggia. “Quella di oggi è stata una vittoria sofferta – ha spiegato – e questa vicenda mi ha profondamente segnato. La politica resta la mia grande passione, ma oggi non voglio prendere una decisione su questo capitolo”.
PM: NON SI PUO’ DIRE CHE NON CI FOSSE. Non credo che si possa sostenere che il Sistema Sesto non esistesse”. Lo ha detto il pm Franca Macchia, che ha rappresentato la pubblica accusa nel processo sul Sistema Sesto, che oggi si è concluso con l’assoluzione da parte del Tribunale di Monza di Filippo Penati e di altri 10 imputati. Il pm Macchia ha fatto riferimento al fatto che per assolvere alcuni imputati, i giudici abbiano fatto ricorso alla “formula dubitativa”. Per la procura, inoltre, “la parte fondamentale del processo” relativa alla maxi tangente versata per la riqualificazione delle ex aree Falck e Marelli “sia stata sfasciata” perché gli episodi contestati sono prescritti in base alla legge Severino.
“Sfasciare l’indagine con la prescrizione – ha spiegato il PM – ha reso più difficile la prova degli altri episodi contestati”. “Attendiamo di leggere le motivazioni” che arriveranno tra 90 giorni “per poter vedere se possiamo impugnare o meno” la sentenza, ha concluso il pm Macchia.
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