Milano, 8 dic. (LaPresse) – La prima della Scala si è conclusa con successo, decretato dai lunghi applausi in platea e dal popolo di celebrità che ne ha preso parte. La ‘Giovanna d’arco’ di Giuseppe Verdi è tornata in scena dopo 150 anni ed è stata un trionfo grazie al maestro Riccardo Chailly e alla regia di Moshe Leiser e Patrice Caurier.
In una Milano blindata e circondata dalle forze di polizia, la nuova stagione scaligera ha preso il via all’insegna del coraggio e della speranza, come è stato sottolineato dalle parole del premier Matteo Renzi: “Viviamo una stagione difficile, non sottovalutiamo niente ma questo non cambierà le nostre abitudini, non ci faremo chiudere in casa. Sarebbe il messaggio più sbagliato”.
Accompagnato dalla moglie Agnese, il presidente del Consiglio, che si è incontrato con le maestranze durante l’intervallo, ha aggiunto che “la cultura è un messaggio universale di bellezza su cui l’Italia ha molto da dire al mondo. La storia della Scala e la prima sono di grande rilievo per tutti e siamo orgogliosi di esserci”.
Le misure di sicurezza per l’inaugurazione della stagione lirica non sono mai mancate, ma quest’anno, dopo gli attentati di Parigi, si sono moltiplicate con l’ausilio di 750 agenti, di metal detector e di severi controlli di accesso che hanno reso deserte le strade delle immediate vicinanze.
Numerosi i volti noti che hanno partecipato alla prima, il più internazionale è stata la star del punk rock americano Patti Smith che ha tagliato il piccolo foyer del teatro senza rilasciare commenti. Tante le personalità del mondo della politica che sono accorse alla rappresentazione: Raffaele Cattaneo, presidente del consiglio regionale della Lombardia con la consorte, Alessandro Marangoni, nuovo prefetto di Milano e Giuseppe Priolo, prefetto vicario, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia e signora, il ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini e la sua signora, il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Graziano Del Rio e signora, il presidente della regione Lombardia Roberto Maroni e signora, il console generale di Francia a Milano e signora, l’ambasciatrice di Francia in Italia Catherine Colonna.
A spiazzare tutti ci ha pensato Daniela Santanché, accompagnata da Alessandro Sallusti. Il suo abito in raso color smeraldo si staglia dalla sobrietà più classica della prima.
Il nuovo direttore artistico del Teatro La Scala, l’austriaco Alexander Pereira, si è scusato prima dell’apertura del sipario per la sostituzione all’ultimo minuto del tenore spagnolo Carlos Alvarez. Ha preso il suo posto, nel ruolo di Giacomo, il baritono italiano Devid Cecconi. Protagonista in scena è stata la soprano russa Anna Netrebko. “Giovanna D’Arco è stata essenziale per il futuro di Verdi” ha detto Chailly. “Verdi è un maestro nel raccontare l’angoscia interna” ha aggiunto. L’opera in quattro atti, liberamente ispirata a ‘La pulzella d’Orleans’ di Friedrich Schiller, scritta nel 1801, racconta la storia di una contadina che crede che Dio l’abbia scelta per guidare la Francia alla vittoria nella guerra con l’Inghilerra, ma muore prematuramente.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata