Roma, 2 dic. (LaPresse) – Nonostante il Paese non si sia ancora affrancato dalla crisi, nel 2014 cresce l’ottimismo verso il futuro (dal 24% di persone di 14 anni e più che ritengono che la loro situazione migliorerà nei prossimi 5 anni nel 2013 al 27% nel 2014). I giovani, che si confermano il segmento più ottimista, presentano il maggiore incremento positivo nonostante siano stati tra i soggetti sociali più colpiti dalla crisi. Inoltre le differenze territoriali si riducono per effetto della quota di pessimisti che diminuisce di più nei contesti territoriali in cui era più rilevante: nel Mezzogiorno passa da 23,9% nel 2013 a 19,3% nel 2014. Lo rivela l’Istat che oggi presenta la terza edizione del ‘Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile (Bes 2015)’.
Ulteriori segnali positivi si possono leggere anche nell’aumento della soddisfazione per il tempo libero (da 63% nel 2013 a 64,6% nel 2014) e per la situazione economica, che torna a crescere dopo anni, anche se rimane sotto i livelli pre-crisi (da 40,1% nel 2013 a 43,4% nel 2014). Questi andamenti positivi non si traducono ancora in una crescita della soddisfazione complessiva per la propria vita: dopo il forte calo registrato tra il 2011 e il 2012, il benessere soggettivo si mantiene stabile nel 2013 e nel 2014. L’incertezza generata da una crisi lunga e intensa sembra rendere i cittadini ancora cauti, pur con una quota consistente di persone che valuta la soddisfazione per la propria vita molto elevata (35,4%).
Per questo dominio è stato scelto di non creare un indice composito ma di adottare come sintesi del benessere soggettivo un unico indicatore, la soddisfazione per la propria vita, che è stato standardizzato per renderlo comparabile agli altri indici compositi di dominio. La soddisfazione per la vita mostra un andamento positivo tra 2010 e 2011 (da 100 a 103,2) e un forte crollo nel 2012, quando scende ad 89,1 per poi stabilizzarsi intorno a 89 nel 2013 e nel 2014.
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