Città del Vaticano, 7 nov. (LaPresse) – “Il riposo è un diritto che tutti abbiamo quando abbiamo un lavoro. Ma se la situazione è quella di di disoccupazione, ingiustizia sociale, di lavoro nero, come io mi posso riposare?”. Lo ha detto papa Francesco in piazza San Pietro, dove ha ricevuto i dipendenti Inps. “E’ vergognoso che venga detto ‘Vuoi lavorare? Allora facciamo un accordo a settembre, e fino a luglio. E da luglio a settembre non mangi, non riposi”, ha detto il pontefice sottolineando che “questo succede dovunque, succede qui a Roma. Il riposo c’è perché c’è il lavoro, altrimenti non si può riposare”, ha ammonito.

“Del giusto riposo dei figli di Dio – ha detto il pontefice rivolto ai dipendenti dell’istituto previdenziale – anche voi siete in un certo senso collaboratori. Nella molteplicità di servizi che rendete alla società, tanto in termini assistenziali quanto previdenziali, voi contribuite a porre le basi perché il riposo possa essere vissuto come dimensione autenticamente umana, e per questo aperta alla possibilità di un incontro vivo con Dio e con gli altri”.

“Siete chiamati a far fronte a sfide sempre più complesse. Esse provengono sia dalla società odierna, con la criticità dei suoi equilibri e la fragilità delle sue relazioni, sia dal mondo del lavoro, piagato dall’insufficienza occupazionale e dalla precarietà delle garanzie che riesce a offrire”.

“Qualcuno di voi può pensare: ‘Che strano questo Papa, prima parla di riposo e poi di diritto al lavoro’. Ma sono collegati: il vero riposo viene proprio dal lavoro, tu ti puoi riposare quando sei sicuro quando hai un lavoro sicuro che dà dignità a te e alla tua famiglia, quando in vecchiaia sei sicuro che hai la pensione, che è un diritto. Il vero riposo è il lavoro”.

“Tutelate le donne, occupatevi delle donne”, ha poi esortato spiengo che “vostro difficile compito -ha detto – è contribuire affinché non manchino le sovvenzioni indispensabili per la sussistenza dei lavoratori disoccupati e delle loro famiglie. Non manchi tra le vostre priorità un’attenzione privilegiata per il lavoro femminile, nonché quell’assistenza alla maternità che deve sempre tutelare la vita che nasce e chi la serve quotidianamente”.

E ancora: “Non manchi mai l’assicurazione per la vecchiaia, la malattia, gli infortuni legati al lavoro. Non manchi il diritto alla pensione, e sottolineo: il diritto, perché di questo si tratta”. Lo ha detto papa Francesco in piazza San Pietro, dove ha ricevuto i dipendenti Inps. “Fino a qualche tempo fa era comune associare il traguardo della pensione al raggiungimento della cosiddetta terza età”, ha detto il papa, e invece “l’epoca contemporanea ha mutato questi ritmi. Da un lato l’eventualità del riposo è stata anticipata, a volte diluita nel tempo, a volte rinegoziata fino ad estremismi aberranti, come quello che arriva a snaturare l’ipotesi di una cessazione lavorativa”.

“Il lavoro non può essere un mero ingranaggio nel meccanismo perverso che macina risorse per ottenere profitti sempre maggiori; non può dunque essere prolungato o ridotto in funzione del guadagno di pochi e di forme produttive che sacrificano valori, relazioni e princìpi”. Questo, ha sottolineato, vale per l’economia in generale, che ‘non può più ricorrere a rimedi che sono un nuovo veleno, come quando si pretende di aumentare la redditività riducendo il mercato del lavoro e creando in tal modo nuovi esclusi’ – ha detto citando l’esortazione apostolica Evangelii gaudium – E vale, analogamente, per tutte le istituzioni sociali, il cui principio, soggetto e fine è e deve essere la persona umana. La sua dignità – ha aggiunto -non può essere pregiudicata mai, neanche quando smette di essere economicamente produttiva”.

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