Città del Vaticano, 25 set. (LaPresse)- “L`acqua che scorre giù è simbolo anche delle nostre lacrime”. Così Papa Francesco, parlando in spagnolo, a Ground Zer dopo aver incontrato 12 leader religiosi. “Lacrime per le distruzioni di ieri, che si uniscono a quelle per tante distruzioni di oggi. Questo è un luogo in cui piangiamo, piangiamo il dolore provocato dal sentire l`impotenza di fronte all`ingiustizia, di fronte al fratricidio, di fronte all’incapacità di risolvere le nostre differenze dialogando. In questo luogo piangiamo per la perdita ingiusta e gratuita di innocenti, per non poter trovare soluzioni per il bene comune”.

“E` acqua che ci ricorda il pianto di ieri e il pianto di oggi”. Qualche minuto fa, ha detto il Papa, “ho incontrato alcune famiglie dei primi soccorritori caduti in servizio. Nell`incontro ho potuto constatare ancora una volta come la distruzione non è mai impersonale, astratta o solo di cose; ma che soprattutto ha un volto e una storia, è concreta, possiede dei nomi. Nei familiari, si può vedere il volto del dolore, un dolore che ci lascia attoniti e grida al cielo. Ma, a loro volta, essi mi hanno saputo mostrare l`altra faccia di questo attentato, l`altra faccia del loro dolore: la potenza dell`amore e del ricordo. Un ricordo che non ci lascia vuoti. Il nome di tante persone care sono scritti qui dove c`erano le basi delle torri, e così li possiamo vedere, toccare e mai più dimenticarli”.

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