Milano, 23 set. (LaPresse) – Ben 21 milioni di persone nel mondo sono costrette a lavorare in condizioni disumane e sono vittime del caporalato, tra cui 5 milioni di minori. Dati impressionanti, che emergono da un rapporto stilato nel 2012 dall’International Labour Organization. Proprio da questa fotografia a tinte fosche sul mondo del lavoro ha preso le mosse il convegno ‘La tratta degli esseri umani a scopo di sfruttamento lavorativo’, organizzato ad Expo dal Comando Carabinieri Tutela del Lavoro.

Lavoro sommerso e caporalato, ha spiegato la ricercatrice Alix Nasri, producono ogni anno un volume di affari pari a 150 miliardi di dollari di fatturato per gli sfruttatori, danaro che finisce in massima parte nelle mani di organizzazioni criminali dedite al traffico di esseri umani.

Per contrastare i criminali, che operano su scala internazionale, servono “grandi risorse investigative e una costante cooperazione internazionale di polizia – ha spiegato il comandante generale dei carabinieri Generale Tullio del Sette – e il trafficante di uomini fa parte di una ‘rete’ transnazionale composta da gruppi di persone o singoli individui con un grado di differente specializzazione, ciascuno dei quali, in genere, garantisce il funzionamento di una delle diverse fasi dell’intero percorso della tratta. Di qui la necessità di un costante aggiornamento per fronteggiare le multiformi espressioni di una realtà criminale che, nella quasi totalità dei casi, è di respiro transnazionale”.

Un importante passo avanti in Italia verrà fatto con l’applicazione del Piano Nazionale Antitratta, previsto dal Decreto Legislativo 24/2014, che ratifica la Direttiva UE 36/2011 per “l’eradicazione del traffico di esseri umani”, che è stato illustrato nel corso della giornata di studio. In Italia, ha spiegato il capo del dipartimento Politiche della Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri Ermenegilda Siniscalchi, il decreto sta portando a un approccio “multi-agenzia, che porta tutti gli attori chiave a condividere le politiche di prevenzione e contrasto”. “Abbiamo presentato con il ministro della Giustizia Andrea Orlando proposte rafforzative come la confisca obbligatoria, l’arresto in flagranza, la responsabilità in solido degli enti coinvolti, l’indennizzo per le vittime di questi reati e un set di misure che portano il contrasto a livello di quello che si fa contro la criminalità organizzata- ha spiegato poi il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina – e vogliamo andare avanti in maniera decisa per la tutela di migliaia di lavoratori e per un intero settore che non può essere macchiato da eventi tragici come quelli vissuti in questi mesi, salvaguardando anche la grande maggioranza di aziende oneste e in regola che rispettano i diritti dei loro lavoratori. In questo senso – ha concluso – l’eredità di Expo e della carta di Milano possono essere utilizzate nella lotta al caporalato”.

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