Torino, 21 set. (LaPresse) – “Poniamoci un attimo una domanda: sabotaggio, tagli delle rete, in termini giuridici in cosa si traducono? Quantomeno in danneggiamenti”. Lo ha detto il pm Antonio Rinaudo, che insieme al collega Andrea Padalino sostiene l’accusa, durante la requisitoria al processo per istigazione a delinquere nei confronti di Erri De Luca. Lo scrittore, commentando con alcuni giornalisti gli assalti No Tav al cantiere della Torino-Lione, aveva sostenuto che “la Tav va sabotata”.

Il pm, quindi, ha chiesto la condanna di De Luca a una pena di 8 mesi di reclusione. Per la procura “quelle non sono parole pronunciate da uno qualunque. Quando Erri De Luca parla, le sue parole hanno un peso rilevante, soprattutto in relazione ai destinatari, in questo caso il movimento No Tav”. Il magistrato ha sottolineato il peso di De Luca che “è uno scrittore di fama, conosciuto dal movimento fin dal 2005”. “Parliamo di forza suggestiva che ha incitato altri soggetti a commettere reati” ha aggiunto il pm ricordando che a settembre 2013 dopo le dichiarazioni di De Luca ci sono state tre azioni contro delle ditte del Tav.

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