Roma, 10 set. (LaPresse) – “Non conosciamo il registro della procura quindi non posso dire se i tre carabinieri siano indagati, ma quello che posso affermare è che la procura ha scoperto fatti e circostanze ben più importanti in merito alla morte di Stefano Cucchi”.
Così dichiara a La Presse l’avvocato Fabio Anselmo, legale della famiglia del ragazzo morto nel 2009, commentando la notizia data oggi dal Corriere della Sera, secondo cui un maresciallo dell’Arma, Roberto Mandolini, è indagato per falsa testimonianza, mentre altri due militari, Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, sono a rischio iscrizione nel registro per lesioni colpose. “Lunedì – aggiunge l’avvocato – avremo un incontro decisivo con il procuratore capo, che non è stato fissato ad esito dell’articolo del Corriere della Sera ma che ci era stato richiesto in precedenza”.
LE NOVITA’. “La procura ha riconosciuto il fatto che noi legali abbiamo dato un contributo importante all’inchiesta e abbiamo scoperto elemento inediti sia sul piano dei fatti sia su quello medico legale e che ancora ne stiamo scoprendo di nuovi”. Così continua a La Presse l’avvocato Fabio Anselmo circa il proseguimento delle indagini. “Non posso aggiungere altro e, inoltre, non sappiamo ancora che cosa la procura abbia scoperto: lo sapremo probabilmente lunedì, nell’incontro fissato con il procuratore”.
L’avvocato si dice certo di un fatto: “Tutti – dice – sappiamo che Cucchi non è morto da solo e che è stato pestato e lasciato morire in ospedale. Non si può tollerare che una persona nelle mani dello Stato muoia in quel modo senza che nessun colpevole ci sia”.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata