Roma, 19 ago. (LaPresse) – “Il cosiddetto ‘viagra rosa’ non può essere la bacchetta magica della vita di coppia. Il rischio è che venga strumentalizzato dall’uomo che, di fronte a un calo del desiderio della sua compagna, invece di mettersi in discussione attribuisca il ‘problema’ a lei”. Lo dice a LaPresse la sessuologa Francesca Romana Tiberi. “La pillola rosa è un po’ come il viagra, ma ha un un effetto diverso – spiega – perché lavora sul desiderio, che è la parte più complicata del rapporto sessuale. Questo significa che se il viagra ci aiuta a capire quando la difficoltà sia relazionale, il rischio della versione femminile è che venga messo in secondo piano il problema relazionale, pensando di risolvere tutto con una pillola quando magari invece il calo di desiderio è un segnale che la coppia non funziona“.
Certo, al di là delle critiche, per la dottoressa Tiberi si tratta di una risorsa “per quelle donne che a causa della menopausa sperimentano un abbassamento della libido che possono integrare con questo farmaco e riacquistare così una sessualità piacevole”. Infatti, il farmaco “viene indicato come utile nella pre-menopausa e in menopausa“. Cioè, insiste la sessuologa, “a 25 anni un calo del desiderio sta a indicare un problema relazionale con il partner che va affrontato in modo ben diverso, perché il desiderio ha a che fare con l’affettività, con l’eros. A 55 anni invece è possibile che sia un discorso ormonale e dunque ben venga il farmaco“. L’importante, ricorda Tiberi, è “avere ben presente che la pillola rosa agisce sul desiderio, non sul piacere: non dobbbiamo immaginare che il rapporto diventerà automaticamente più soddisfacente”.
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