Milano, 10 ago. (LaPresse) – “Martina Levato non deve andare i domiciliari”. A dire no il pm di Milano Marcello Musso questa mattina, davanti al Tribunale del Riesame, che si è opposto alla richiesta della difesa di Martina Levato, che non era presente in aula, di ottenere gli arresti domiciliari per poter partorire e svezzare il figlio che aspetta dal compagno Alexander Boettcher. Entrambi sono stati condannati a 14 anni di carcere per aver sfregiato con l’acido l’ex compagno di scuola Pietro Barbini e a settembre riprenderà il processo per altre tre aggressioni messe a segno dalla coppia con l’aiuto del complice Andrea Magnani. Le vittime sono tutti ragazzi che si sono interessati a Martina e che andavano “puniti” per “purificare” la relazione tra lei e il broker 30enne proprio in vista della nascita del loro bambino.

PARTO PREVISTO PER IL 17 AGOSTO-. Il termine previsto per il parto è il 17 agosto e i difensori della ragazza, Daniele Barelli e Stefano De Cesare, hanno chiesto per lei la possibilità di trascorrere ai domiciliari i primi momenti di vita del figlio. “Si tratta di semplice buon senso e umanità – spiega l’avvocato De Cesare -, in molti altri casi, come quello della Franzoni, questa strada è stata percorsa. Speriamo che venga fatto lo stesso anche per Martina”. Il ricorso al Riesame, però, si è reso necessario proprio perché il gip aveva già respinto questa opzione.

Nel corso dell’udienza di questa mattina, il pm Marcello Musso si è opposto, sottolineando che se Martina Levato dovesse uscire dal carcere, anche solo per qualche mese, ci sarebbe un concreto rischio di inquinamento delle prove a favore di Boettcher. Tra i due, infatti, per l’accusa ci sarebbe un rapporto simile a quello tra il capo di una famiglia mafiosa e i suoi gregari, disposti a tutto pur di soddisfarne o addirittura anticiparne le richieste. Il pm ha anche ricordato in aula diversi passaggi della testimonianza di un’amica di Martina, che aveva raccontato dettagli importanti sulla relazione tra la bocconiana e il broker. Adesso la ragazza teme una ritorsione da parte della ‘coppia dell’acido’.

5 GIORNI PER DECIDERE-. Il tribunale del Riesame ha 5 giorni di tempo per decidere e il verdetto arriverà nei prossimi giorni. Sarà invece il tribunale dei Minori ad occuparsi della sorte del bambino che Martina dovrebbe partorire tra qualche giorno. Tre le possibili soluzioni: lasciare il piccolo alla madre, ponendo madre e figlio in una struttura a custodia attenuata, alternativa al carcere, come l’Icam di Milano, affidarlo ai nonni, oppure avviare la pratica dell’adozione e affidarlo ad un’altra famiglia. Questioni sulle quali il tribunale dei Minori si pronuncerà solo dopo la nascita del bambino

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