Bologna, 2 ago. (LaPresse) – “Il caso di Mambro e Fioravanti è emblematico, da manuale dell’impunità”. Così Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione dei parenti delle vittime della strage di Bologna dal palco delle celebrazioni del 35esimo anniversario del 2 Agosto. “Mambro e Fioravanti – prosegue – Sono stati condannati a 7 ergastoli a testa, centinaia di anni di carcere per reati gravissimi ma sono completamente liberi da anni, avendo scontato solo due mesi di carcere per ogni morte causata. In un Paese normale due stragisti avrebbero già scontato la loro pena”.

“Spunti investigativi per risalire ai mandanti della strage di Bologna – ha aggiunto – possono venire anche dai risultati di recenti indagini come quella su ‘Mafia Capitale’: Tra i nomi dei 37 arrestati, e dei 100 indagati, è amaro constatare come tanti sono nomi già noti, pronunciati e denunciati da questo palco da tempo. Tanti sono i nomi di pregiudicati, ex appartenenti ai Nar, l’organizzazione terroristica capeggiata dagli esecutori materiali della strage di Bologna”.

Bolognesi ha parlato poi del reato di depistaggio. “Dopo l’approvazione alla Camera la legge che introduce il reato di depistaggio è rimasta chiusa in un cassetto del Senato nonostante i nostri inascoltati appelli perchè venga discussa e approvata. Ci chiediamo cosa è accaduto” perchè “un cambiamento a metà non è un cambiamento, ma un modo per continuare da parte di chi ne ha l’interesse a conservare il vecchio sistema con metodi diversi”.

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