Roma, 20 lug. (LaPresse) – “La maxi operazione di questa mattina della Dia in Campania, Lazio e Sicilia contro la gestione monopolistica di alcuni mercati ortofrutticoli operata dai clan Casalesi e Mallardo nel sud e nel centro Italia, dimostra ancora una volta come il settore agricolo e il made in Italy gastronomico siano diventati il fronte prediletto della criminalità organizzata”. E’ quanto dice in una nota Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale di Legambiente.
“Le ecomafie – aggiunge – ormai puntano sempre di più alla terra e alle varie filiere agroalimentari, ne detengono il monopolio, agiscono dalla coltivazione alla vendita, alterano la libera concorrenza, influenzano il prezzo di mercato e dei beni di prima necessità e sfruttano il mercato del lavoro. E alla fine a pagare in termini di salute e di denaro, sono sempre i consumatori e i cittadini. Per questo è fondamentale liberare il cibo e la terra dalla presa delle agromafie e aprire una nuova stagione, con maggiori controlli e pene più severe, per valorizzare e difendere in nome della legalità il settore agricolo”.
Stando all’ultimo rapporto ecomafia 2015, redatto dall’associazione ambientalista, nel 2014 sono state 7.985 le infrazioni penali accertate nelle varie filiere agroalimentari, oltre 21 reati al giorno, ben 30 i clan mafiosi censisti in questi anni da Legambiente e presi con le mani in pasta. Il tutto per un giro d’affari pari a 4,3 miliardi di euro, che supera di 8 volte la cifra dell’anno precedente.
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