Asti, 6 lug. (LaPresse) – Continuano da parte dei carabinieri le indagini sul delitto della tabaccaia di Asti Maria Teresa Fassi, la donna trovata in condizione disperate e in una pozza di sangue sabato 4 luglio nel suo negozio di via Volta dopo essere stata colpita da almeno 15 coltellate all’addome e al torace. La 54enne era poi morta in ospedale a causa delle ferite riportate. “Al momento non c’è nessuna pista che viene seguita più di altre”, affermano gli inquirenti coordinati dal sostituto procuratore Luciano Tarditi. Intanto, mentre è stata disposta l’autopsia sul corpo della donna, in procura è stato aperto un fascicolo per omicidio volontario, al momento contro ignoti.

L’IMPRONTA DI SCARPA. Questa mattina i Ris sono tornati nella tabaccheria a caccia di qualche nuovo indizio. Il loro lavoro si è concentrato su una impronta parziale di scarpa lasciata sul gradino all’ingresso del negozio.

Gli inquirenti stanno conducendo indagini a tutto campo e l’ipotesi della rapina è solo una di quelle su cui si indaga. A far emergere dubbi è il fatto che l’incasso della tabaccheria, alcune migliaia di euro, è stato trovato sotto alcuni stracci nel retrobottega del negozio. Segno, per gli inquirenti, che l’assassino non sapeva di quel denaro. Manca invece il denaro utilizzato per i resti da dare ai clienti. Si parla di alcune centinaia di euro, denaro che però non è possibile quantificare.

I PRECEDENTI. La donna è la terza vittima di un delitto ad Asti nel giro di sei mesi. Il secondo caso in cui un tabaccaio viene ucciso: alla fine del 2014 Manuel Bacco era stato ammazzato a colpi di pistola per rapina dopo aver cercato di difendere la moglie. Una decina di giorni fa, invece, nel centro della città, un camionista è stato ucciso a colpo di cric.

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