Milano, 29 giu. (LaPresse) – Si è concluso con oltre 30 condanne e pene fino a 20 anni di carcere, diversi patteggiamenti e una cinquantina di persone rinviate a giudizio il maxi processo ‘Pavone 4′, che vede protagoniste le famiglie dei Muscatello e dei Crisafulli. Il processo, celebrato con rito abbreviato nell’aula bunker di San Vittore davanti al gup Giuseppe Gennari, ha visto alla sbarra un centinaio di imputati per un presunto traffico di stupefacenti gestito dai clan legati alla ‘ndrangheta e radicati tra il quartiere milanese di Quarto Oggiaro e il comasco.
Le accuse per loro sono a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico con l’aggravante mafiosa. Tra le persone condannate a 20 anni di reclusione, come aveva chiesto il pm Marcello Musso, c’è anche Giuseppe Muscatello. Assolto, invece, Alessandro Crisafulli, fratello dello storico boss Biagio Crisafulli. Anche per lui Musso, che in totale aveva chiesto condanne per oltre tre secoli, aveva chiesto 20 anni di carcere. Molto più lieve, invece, la pena per il pentito Luciano Nocera, arrestato nei mesi scorsi anche per un omicidio nel comasco. L’uomo è stato condannato a 4 anni di carcere con l’attenuante della collaborazione. Per lui il pm Musso aveva chiesto 5 anni. Il gup Giuseppe Gennari, infine, ha dichiarato prescritti alcuni dei reati contestati e ha mandato a processo, davanti alla settima sezione penale, una cinquantina di imputati, tra cui molti componenti della famiglia Crisafulli, che non avevano scelto il rito abbreviato.
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