Roma, 23 giu. (LaPresse) – Sono 115 i Paesi, dall’Italia all’Argentina, dalla Cina alla Russia, che hanno scelto di aderire alla Carta di Milano, il manifesto collettivo presentato all’Expo 2015, che punta a tracciare le linee guida per la collaborazione internazionale nella lotta allo spreco di cibo e alla fame nel mondo. Il documento, scritto grazie alla partecipazione di oltre 500 esperti e cittadini che negli scorsi mesi si sono divisi in tavoli tematici di approfondimento, a fine ottobre sarà consegnato alle Nazioni Unite con l’obiettivo di dare forma a una strategia globale per “nutrire il Pianeta“, così come recita proprio il titolo dell’esposizione universale.

Un documento “fortemente voluto dal Governo italiano”, come spiega nel suo intervento la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin: il dicastero ha, infatti, contribuito direttamente alla stesura del testo con proposte e suggerimenti, mettendo a disposizione tutte le proprie competenze. Due i comitati convocati: uno più trasversale e aperto, che comprende rappresentanti del mondo accademico, ma anche l’Istituto Superiore di Sanità e gli Istituti Zooprofilattici, e uno specifico sulla Sicurezza alimentare, con compiti tecnico-consultivi sulle fasi della catena che porta il cibo ‘dalla terra al piatto’. Quattro, invece, le identità a cui si rivolge il protocollo, dai cittadini chiamati a fare la differenza con le loro azioni quotidiane alle imprese produttrici, dalle associazioni dei consumatori alle istituzioni che guidano le scelte a livello nazionale.

“L’attenzione dei cittadini è sempre più focalizzata sulla qualità e salubrità dei prodotti di origine animale, investendo anche il tema dell’eticità delle produzioni, soprattutto se di tipo ‘intensivo’ – spiega Lorenzin – Sono convinta che la capacità di un Paese di rispondere efficacemente e tempestivamente alle minacce alla sicurezza alimentare dipende dalla capacità di coinvolgere i diversi attori che operano nei vari settori a sostegno della salute pubblica”.

Per creare un sistema che sia davvero orientato alla prevenzione e all’autocontrollo di tutta la filiera, dalla produzione alla conservazione alla logistica, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa) si è impegnata in prima linea per diffondere il nuovo approccio europeo che considera la catena alimentare un tutt’uno con la produzione primaria. In questo contesto, assume un ruolo fondamentale “la responsabilizzazione e la formazione degli operatori (agricoltori e allevatori) – sottolinea la ministra della Salute – insieme a una educazione alimentare attenta, basata su una comunicazione diffusa e capillare, che coinvolga in modo attivo e consapevole i cittadini stessi”.

In primo piano, nella Carta di Milano, anche la ricerca così come il concetto di ‘One Health’, “che unisce la medicina umana con quella veterinaria per un approccio globale ai fini del raggiungimento di una salute ottimale per le persone, gli animali e l’ambiente”. Precisa ancora Lorenzin: “I dati sulla nutrizione, in realtà, mettono in evidenza problematiche ancora assai diffuse, dall’iponutrizione alla malnutrizione, che, peraltro, fanno da sfondo a realtà anche molto vicine a noi, a paesi Europei, per esempio, in cui classi sociali svantaggiate hanno ancora difficoltà ad accedere al cibo”.

Ecco perché l’educazione alimentare è l’obiettivo principale del protocollo firmato a Milano: “La consapevolezza – conclude la ministra della Salute – delle caratteristiche nutrizionali del cibo e delle conseguenze sull’organismo delle scelte quotidiane in materia di alimentazione devono essere note, e i piani di azione su tali aspetti devono essere orientati soprattutto ai ragazzi e alle loro famiglie”.

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