Roma, 23 apr. (LaPresse) – “Occasione persa per l’Europa per far fronte alla crisi nel Mediterraneo: le conclusioni emerse dal summit, appena concluso a Bruxelles, non soddisfano le necessità e i bisogni di centinaia di migliaia di persone in fuga da fame, guerra e povertà”. Lo denuncia Oxfam che considera “inaccettabile” l’idea di impedire ai migranti la possibilità di raggiungere le coste dell’Europa. “Un intervento – aggiunge l’ong – contrario alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, che servirebbe solo a bloccare enormi masse di disperati sul continente africano, con il semplice effetto di nasconderle alla nostra vista dell’Europa. Un provvedimento a cui si aggiunge un altro dato sconcertante: la disponibilità dell’Unione europea al reinsediamento su base volontaria di soli 10 mila migranti. Si tratta di meno di 360 persone per Stato membro, una quota irrisoria rispetto agli attuali flussi migratori verso il nostro continente”.
Oxfam, si legge ancora in una nota, “apprezza l’aumento di fondi, ma considera l’operazione Triton non adatta ad affrontare la crisi umanitaria attualmente in corso nel Mediterraneo, che necessita un’operazione di ricerca e soccorsi per evitare nuovi stragi. Quello che risulta chiaro è che la sospensione di Mare Nostrum è stato un errore, soprattutto perché era considerata un’operazione che ‘attraeva’ i migranti verso l’Europa, il che è stato smentito dai fatti, dal momento che con l’operazione Triton, in questi primi 4 mesi del 2015 gli sbarchi sono aumentati (da 20.899 a 21.385). Queste persone partiranno comunque, perché troppo profonde e drammatiche sono le cause che le spingono a farlo. La riduzione delle dotazioni di soccorso rappresentano infatti la principale causa dell’aumento esponenziale delle morti in mare nei primi mesi del 2015”.
“E’ quindi assolutamente necessario – conclude la ong – implementare e migliorare prima di tutto le politiche di accoglienza. Oxfam esprime grande preoccupazione riguardo l’ipotesi dei rimpatri ‘rapidi’ dei migranti individuati come irregolari, una misura che potrebbe non considerare la tutela dei diritti di queste persone e la valutazione dell’effettiva situazione dei loro paesi di provenienza”.
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