Di Denise Faticante

Roma, 21 apr. (LaPresse)- Quaranta metri, in alto mare, per salvare vite umane. La nave si chiama Phoenix I, ed è la prima imbarcazione privata destinata alle operazioni di soccorso nel Canale di Sicilia. Dopo il suo debutto, lo scorso agosto, partirà, da Malta, per la sua seconda missione il 2 maggio e stavolta, oltre alle 20 persone di equipaggio, avrà a bordo anche personale medico e paramedico di ‘Medici senza frontiere’. Dietro questa iniziativa, la prima al mondo, c’è Regina Catrambone, calabrese che con il marito americano, Christopher ha dato vita a una Ong che si chiama Moas, acronimo di Migrant Offshore Aid Station, una sorta di pronto soccorso galleggiante. Nel 2006 Christopher e Regina Catrambone hanno istituito Tangiers, una agenzia specializzata in assicurazioni, servizi informativi e assistenza in casi di emergenza .

Dal 2008 anni vivono a Malta, con la figlia Maria Luisa che ha 19 anni, e da qui hanno allestito la loro nave, prelevata dalla Virginia, con tutto il necessario per il salvataggio. Lo scorso anno, in solo due mesi di missione, hanno tratto in salvo tremila persone. Quest’anno si replica ma si rimane al largo sei mesi.

PERSONALE E SALVATAGGI La nave, che batte bandiera del Belize, naviga in acque internazionali. Si avvale di personale specializzato: tra piloti, ingegneri, personale medico e paramedico e addetti alla logistica. La metà delle persone soccorse è stata accolta sulla Phoenix dove ha ricevuto assistenza e cure e successivamente disimbarcata in porto sotto la guida dei centri competenti. Della parte restante ha assistito il trasferimento su navi italiane.

DRONI E GOMMONI Uno dei punti di forza della missione sono i droni dotati di eco e termo-scandaglio notturno: viene così monitorata una vasta area di mare per individuare le barche dei migranti in difficoltà anche perché la nave si muove a dieci nodi all’ora, il drone a 60. Il drone arriva nel posto in anticipo, scatta una foto e la invia al centro di comando. Nel momento in cui viene localizzata una imbarcazione, contestualmente si informa il Centro di Coordinamento di Salvataggio competente L’imbarcazione possiede, oltre ai droni, due Rhib, gommoni a scafo rigido. Vengono distribuiti giubbotti di salvataggio, acqua e cibo; viene inoltre effettuato un primo monitoraggio sanitario con il paramedico a bordo dei gommoni per valutare le prime ed eventuali emergenze.

FINANZIAMENTI Dopo un ‘congruo’ investimento iniziale l’iniziativa si avvale di donazioni alla Fondazione. Donazioni che però non coprono tutte le spese mensili: il personale è bordo ovviamente stipendiato. E per ora la maggiorparte dei costi vine coperto dai soldi della famiglia.

PROSSIMA MISSIONE IL DUE MAGGIO Il prossimo due maggio la nave si rimetterà in azione ma stavolta a bordo salirà il personale di ‘Medici senza frontiere’. Si avvierà così un’azione congiunta di ricerca, soccorso e assistenza medica nel Mediterraneo centrale, tra l’Africa e l’Europa. L’operazione di salvataggio si svolgerà da maggio a ottobre, quando si prevede che migliaia di persone rischieranno la vita tentando di raggiungere un luogo sicuro in Europa.

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