Torino, 16 mar. (LaPresse) – “Ho notato una maggiore violenza sia nell’attività di contrasto che un aumento delle attività che non si concentravano solo più contro il cantiere ma verso società correlate al cantiere”. Lo ha dichiarato il capo della Digos di Torino, Giuseppe Petronzi, sentito come teste dell’accusa al processo che vede imputato lo scrittore Erri De Luca per istigazione a delinquere. Petronzi è stato interrogato dal giudice Immacolata Iadeluca, che gli ha chiesto se, nel periodo immediatamente successivo ad alcune dichiarazioni di De Luca che giustificavano la pratica del “sabotaggio” (azioni contro mezzi e materiali) fatte nel settembre 2013, ci fu un’escalation di violenza e di azioni contro i mezzi e gli strumenti correlati al cantiere della Torino-Lione.

“A settembre in particolare – ha aggiunto – ci furono vari episodi di natura incendiaria. L’otto settembre alla Itinera di Salbertrand e poi ricordo anche l’11 settembre. Gli incendi erano riferibili a componenti del movimento No Tav. Ci fu un cambio di passo si, dai primi mesi del 2013, che conflui’ nell’estate. L’attacco notturno del 14 maggio 2013 segno’ decisamente un cambio anche rispetto ad altri attacchi al cantiere. Si era passati dal taglio delle reti quasi simbolico alla luce del sole agli attacchi notturni al cantiere con danneggiamenti e lancio di molotov”.

“E poi – ha spiegato il capo della Digos – oltre al cantiere si è cominciato a fare azioni contro aziende e società che lavoravano per la Tav. Ricordo la Geomont, la Cmc, la Itinera ma anche alberghi in cui dormivano le forze dell’ordine, oggetto di azioni ostili o di disturbo durante la notte. Furono almeno 50 dal primo gennaio 2012 le azioni perpetrate di attacco al cantiere o società e almeno venti i blocchi autostradali. In varie occasioni molti uomini delle forze dell’ordine sono stati feriti”.

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