Roma 20 feb. (LaPresse) – “Capisco l’amarezza del sindaco di Roma per la piazza sporcata, vituperata e offesa, ma non condivido le accuse di pressapochismo; scaricare la colpa non serve a nessuno, serve invece fare squadra. La situazione era difficile, in piazza c’erano migliaia di tifosi del Feyenoord ma noi abbiamo mantenuto la calma. Piazza di Spagna era come al solito piena di turisti e di romani, non c’erano solo i tifosi olandesi, e alle 16 era prevista l’uscita dei bimbi dall’asilo che si trova nella vicinanze. Abbiamo mantenuto la calma, io morti non ne faccio, preferisco la sporcizia”. Vengono giù tutte d’un fiato le dichiarazioni del questore di Roma Nicolò D’Angelo che ha risposto indirettamente, in conferenza stampa, alle accuse avanzate dal sindaco di Roma Ignazio Marino all’indomani della devastazione della ‘Barcaccia’ ad opera degli hooligans di una delle tifoserie più pericolose d’Europa.
D’Angelo ha difeso l’operato delle forze dell’ordine ribadendo più volte che, con il senno di poi, avrebbe comunque fatto le stesse scelte. “Abbiamo schierato 1800 uomini tra polizia, carabinieri e guardia di finanza; 600 di loro – ha detto – presidiavano le maggiori piazze del centro già dalle prime ore della mattina. Abbiamo agito nell’unico modo possibile anche perché non avremmo potuto impedire l’afflusso di tifosi verso il centro. Né avremmo potuto impedire ai facinorosi di dirigersi a Roma visto che gli accordi di Schengen garantiscono la libertà di movimento in Europa. Abbiamo monitorato la situazione per evitare di accendere in quella piazza una miccia spaventosa visto che erano migliaia i tifosi presenti e non poche decine come è stato scritto. Sapevamo – ha continuato il questore – che i tifosi avrebbero voluto sfilare in corteo fino allo stadio e siamo riusciti ad impedirlo.
D’Angelo spiega di avere aspettato che la maggior parte degli olandesi lasciasse piazza di Spagna “preferendo vedere che sporcassero la fontana e che orinassero sui muri piuttosto che intervenire rischiando di provocare la strage degli innocenti”. “Era una situazione rischiosissima – ha proseguito il questore – visto che avevamo monitorato i tifosi della Roma e sapevamo che avrebbero tentato di venire a contatto con la tifoseria ospite. Abbiamo fatto transitare i tifosi ospiti verso piazza della Canestre e poi li abbiamo accompagnati allo stadio con le navette”.
“Abbiamo bloccato 40 ultras della Roma a Colle Oppio – ha continuato D’Angelo – e abbiamo sequestrato loro mazze e spranghe, e nel pomeriggio abbiamo evitato che gli olandesi arrivassero in corteo all’Olimpico: a piazza Mancini c’erano 600 tifosi romanisti che li aspettavano. Non abbiamo mai sottovalutato la pericolosità della situazione né abbiamo mai nascosto le nostre preoccupazioni: tanto che abbiamo arrestato 30 tifosi olandesi e ne abbiamo portati altre 40 in questura per accertamenti”.
Un’ora abbondante di monologo in cui il questore ha ripercorso le fasi cruciali di questa due giorni dai tratti surreali, con il centro città “ostaggio” degli hooligans; un’ora che è servita a D’Angelo per togliersi anche qualche sassolino dalle scarpe: “La polizia municipale – ha detto – avrebbe dovuto chiudere il traffico durante il deflusso dei tifosi verso il posto di raccolta, ma non si è visto nessuno e alla fine siamo stati noi a dover mettere una nostra volante in mezzo alla strada per bloccare le auto in transito. Queste è la ricostruzione storica dei fatti – ha concluso D’Angelo – poi se il questore è considerato inadeguato, beh io sono qui”.
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