Torino, 15 feb. (LaPresse) – “È una grande perdita per l’industria italiana. Michele Ferrero è stato uno dei simboli del saper fare dell’Italia nel mondo. Ha creato prodotti che sono bandiere del nostro Paese ovunque. E con grande lungimiranza si è preoccupato di predisporre tutto per il dopo: non ci saranno conseguenze negative”. Con queste parole l’ambasciatore Francesco Paolo Fulci, presidente della Ferrero dal 2011, commenta in un’intervista a La Repubblica la morte di Michele Ferrero, il papà della Nutella.

“Il fulcro dopo la scomparsa di Pietro, è Giovanni che è impegnato a far crescere ancora l’azienda. Certo, il dolore per la perdita di Michele è immensa”, ha aggiunto. Di Ferrero Fulci ricorda soprattutto “la sua passione sviscerata per i prodotti. Controllava tutto, dalle materie prime alla confezione. Era quasi maniacale, ma era anche la sua grande forza. È così che l’azienda è diventata grande nel mondo. La Nutella, l’uovo Kinder, le Tic Tac, i Mon Chéry per lui non erano dei marchi, dei semplici prodotti, ma delle sue creature. E dovevano essere perfette. Così la Ferrero è cresciuta prima in Italia e poi nel mondo. Senza sbagliare mai una mossa, senza fare un passo più lungo della gamba. Ci ha lasciati uno dei capitani dell’industria del ‘900, al pari di Agnelli nell’auto”.

La riservatezza, spieg ancora, “era la sua filosofia di vita. Al parlare preferiva le cose concrete. La politica seguita dalla Ferrero deve essere quella del fare non dell’apparire, mi diceva. Non chiacchiere, ma fatti. Mai un’ora di cassa integrazione, mai un licenziamento, mai uno sciopero in fabbrica, dove tutti continuavano a chiamarlo Signor Michele”.

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