Bologna, 17 dic. (LaPresse) – Era riuscito a farsi dare oltre novantamila euro in due anni e mezzo di interventi a carico del servizio sanitario nazionale, per i quali non avrebbe dovuto essere pagato dai pazienti. Per questo un medico sessantenne originario di Marsiglia e operante anche in Italia, Jean Marie Gennarì, è stato condannato dal gup di Bologna Andrea Scarpa a 5 anni di reclusione col rito abbreviato. Concussione, truffa e tentata truffa con diverse aggravanti: sono i reati che la pm Morena Plazzi ha contestato all’ortopedico, arrivando a individuare ben 30 casi tra maggio 2010 e dicembre 2012, accertati con le testimonianze delle vittime, pazienti sottoposti a intervento chirurgico, e avvenuti in strutture di Chieti, Faenza e Bologna, dove il medico operava.
Si tratta di cliniche convenzionate, dove per le prestazioni basta il ticket, ma Gennarì, nella maggior parte dei casi giunti al fine indagine e oggetto del processo, avvertiva il paziente del rischio che le cure, senza un pagamento a parte, non funzionassero a dovere. Oppure mentiva sulle liste d’attesa, o si faceva pagare un “integrativo per ammortizzare le spese” o parlava di operazioni di assoluta urgenza che solo lui avrebbe potuto fare. I pazienti accettavano perché messi alle strette: uno, per esempio, disse ai carabinieri “ho accettato perché la mia situazione fisica era molto precaria in quanto quasi non camminavo più ed ero quasi paralizzato”, altri hanno riferito che il medico era insistente e non prospettava altra possibilità.
La tariffa variava a seconda dei casi e del tipo di truffa, e andava da 1250 a 8000 euro: quando venne arrestato dai Nas di Bologna (che hanno svolto l’indagine), Gennarì aveva appena intascato da un paziente di una clinica cittadina 2.000 euro di banconote tenute da un elastico. Il pubblico ministero, che ha contestato l’aggravante del ricoprire la posizione di pubblico ufficiale, aveva chiesto 5 anni e 3 mesi.
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